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Mysticposting: l’ossessione di Instagram per l’occulto

La Gen Alpha sta cercando di riappropriarsi del lato etereo e misterioso di internet attraverso una corrente estetica che mescola talismani, incantesimi, simboli occulti, demoni e armi medievali.

di Arianna Caserta

Generi, macrogeneri, sottogeneri o – con il termine più utilizzato online  – core: parole che servono a spezzettare la cultura e organizzarla in categorie, dividendo il mondo in forme accordate a un preciso ordine di rappresentazione. È vero che il bisogno di classificare correnti estetiche accompagna da sempre quei momenti della storia in cui si percepisce con più intensità una crisi della conoscenza, e non è un caso che la nascita di migliaia di micro-trend e piccole nicchie sia così presente in uno spazio entropico come il web, dove si sente l’esigenza di orientarsi tra stimoli che, oltre a provenire da tutte le parti, si rincorrono accavallandosi e ibridandosi tra loro.

Andando un po’ indietro nel tempo, il Medioevo sembra esser stato il momento in cui, per la prima volta, la spinta alla catalogazione del mondo apparve come l’unico modo utile per fare chiarezza all’interno del marasma. Agli enciclopedisti medievali viene dato il merito di aver investigato per la prima volta il mondo dividendolo in aree e nomenclature, in una specie di forma embrionale del modo in cui opera Wikipedia dal 2001. Gli studiosi del Medioevo si impegnavano a leggere nella natura i segni di una mente divina, a studiare il cosmo per cercare di far luce brancolando in un mondo ignoto fino ad allora immerso nell’oscurità.

Il bisogno di trovare un sistema di rappresentazioni in un momento buio ma saturo di informazioni: ecco cosa lega il nostro tempo al Medioevo, un tempo decisamente più magico, misterioso e inafferrabile del chiassoso mondo online di oggi, dove ogni contenuto sembra didascalico e spogliato di ogni fascino. Ma per le ultime generazioni che con internet ci sono nate – quelle per cui il motto «I miss my pre-internet brain» di Douglas Coupland non vuol dire proprio niente – l’immagine di un mondo magico fatto di segreti da svelare e codici da decriptare potrebbe apparire come l’unica salvezza.

Incantesimi, simboli occulti, demoni, armi medievali: la nuova corrente estetica diffusa online potrebbe sembrare la risposta della Gen Alpha al revival della sottocultura emo che ha segnato l’adolescenza di due generazioni prima. In realtà, è molto di più: un modo per riappropriarsi del lato etereo e misterioso di internet, scomparso e sostituito da un feed di influencer fantocci e reel confezionati impeccabilmente per le partnership commerciali. Stanchi dell’iper-visibilità, dei contenuti didascalici e delle grafiche di Canva, le nuove generazioni non hanno più così voglia di dare in pasto alla rete globale ogni dettaglio della loro vita privata. Cresciuti con genitori che hanno documentato sui social ogni istante degno di nota della loro vita infantile, dai primi compleanni alle recite scolastiche, i nuovi utenti del web sono tutt’altro che affascinati dal creare alias virtuali che rispecchino esattamente la loro vita al di fuori di questi; al contrario, utilizzano i social per disseminare simboli arcaici, talismani digitali e sgranate immagini religiose, riportando su internet quel look mistico che ha dato vita a un nuovo trend, a cui ci si potrebbe riferire con il termine Mysticposting.

Dell’immaginario del Mysticposting è infuso l’intero panorama culturale: Techgnosis, il testo dello scrittore Erik Davies che racconta del presente ultra-tecnologico come inscindibile dal mondo magico e occulto, è stato tradotto in italiano da Nero Edizioni durante gli ultimi mesi del 2023. «Il gergo tecnocratico dei geek si condisce di pensiero magico e sfumature occulte che trasformano il codice informatico in una lingua esoterica per iniziati», recita l’introduzione del libro, che ha come sottotitolo “Mito, magia e misticismo nell’era dell’informazione”.

Il fenomeno non è sfuggito di certo al panorama musicale, e su TikTok il genere Sigilkore è un trend da un pezzo. Nato nel 2021 grazie a un gruppo di utenti Soundcloud dagli username ai limiti del leggibile, il Sigilkore si è diffuso grazie ai brani “masquerade” di siouxxie e “kurxxed emeraldz” di Luci4, diventati virali portando con sé l’iconografia mistica di cui i testi, le cover art e i profili degli stessi musicisti sono pieni. Aesthetics Wiki descrive il genere come «un tipo di cloud rap creato nell’estate nel 2020 e che prende ispirazione dall’Hyperpop […] implementando un uso massimalistico di sigilli, simboli occulti e riferimenti a un’iconografia dark di vampiri, sangue, incantesimi e demoni da invocare».

La sensazione è quella di ascoltare la stessa iper-saturazione dei brani hyperpop di artisti come Gupi o i 100gecs, ma intinti in un’atmosfera gotica fatta del riverbero dei canti liturgici e testi che vanno da «Mortal souls is what I crave» a «Sippin’blood like I’m a vampire». Genere musicale che dimostra al meglio di essere figlio del proprio tempo, il Sigilkore è massimalista, entropico, derivativo, citazionista, ultraveloce. È davvero difficile trovare un brano sigilkore che duri più di 2 minuti, proprio perché il genere si inserisce tra quelle esperienze di composizione musicale nate sul web, composte in poche ore e riversate online (sul proprio profilo Soundcloud o su TikTok, come accadeva per la tiktoker ora celebrità PinkPantheress) per elaborare quel flusso nauseante di stimoli visivi a cui internet ci ha abituati.

Diffusi come virus, questi brani provengono da entità sconosciute, user che sfuggono al riconoscimento cambiando continuamente pseudonimo (lo stesso siouxxie ha cambiato da poco nome in slaywitme, mentre Luci4 ha cambiato il nome in Lucifer, Axxturel e 4jay X Luci4 prima di arrivare a quello presente), rendendo le loro stesse internet-persona introvabili a causa di nomi dai caratteri misti o appesantiti da un’esasperazione di x. I profili dei musicisti sigilkore sono documenti da decriptare, tracce ambigue lasciate da personaggi che sfuggono, cambiano nome, che sopravvivono sul web solo grazie alla diffusione dei loro brevissimi brani che infestano il cervello come una maledizione. L’unico riferimento tangibile è la precisione dell’immaginario da cui provengono, un codice serrato che non lascia spazio a altre interpretazioni: nel video di “BodyPartz” di Luci4, un cavaliere medievale combatte un demone dagli occhi rossi in una landa inghiottita dalle fiamme.

È vero che esiste, allora, qualcosa che lega la simbologia occulta con il modo in cui le nuove generazioni si interfacciano a internet. È vero che c’è qualcosa che unisce le zuppe di pixel e le pozioni magiche, il decriptare codici e il decifrare linguaggi antichi, la scoperta del mistero di ciò che si cela nella scatola nera del web e il ritrovamento di un oggetto sacro di cui non si conosce origine. Assoluto manifesto del Mysticposting, l’account @ritualstudies utilizza Instagram come un archivio di antichi manoscritti, pittogrammi dai significati occulti e immagini esoteriche da tutto il mondo. Profili come @medievalistic, invece, celebrano il ritorno dell’iconografia medievale nell’era contemporanea con meme colmi di pentacoli, spade e situazioni relatable per la fauna di cavalieri, maghi e giullari che si nascondono (da qualche parte, sicuramente) sul web.

L’admin dell’account spiega così la nascita del suo archivio: «@medievalistic raccoglie la fascinazione di oggi per lo stile medievale, e il profilo nasce per raccogliere tutto ciò che si trova su internet del genere. Il fatto che si ricerchino solo contenuti in stile medievale presuppone che il 99% siano interpretazioni contemporanee, e non una raccolta di documenti del tempo. Dai film che ne narrano l’estetica ai ristoranti che ne replicano la presunta esperienza, molti contenuti arrivano da contributor che hanno una passione per il medioevo e per i suoi simboli». Interrogato sul fascino per il Medioevo, il proprietario del profilo ha detto: «Considerando come viene enfatizzato il periodo più buio della storia sui banchi di scuola, il Medioevo per molti suona come un tempo lontano e radicale ma allo stesso tempo tanto umano da diventare romantico, da idealizzare. Si tratta della fascinazione di oggi per un periodo di cui si parla tanto ma si sa poco – le fonti sono parziali e edulcorate – e si riducono a simboli come la magia, i castelli, le battaglie, i documenti, il clero, le armi».

C’è chi utilizza le immagini disperse sul web per creare talismani personalizzati in pixel; chi modifica i propri selfie per far sì che luminosissimi aloni bianchi vengano sprigionati dai loro corpi; chi pubblica fotografie di dungeon e torri abbandonate con la didascalia “This is where I post from”; chi riempie il proprio feed di creature incantate e composizioni luminose. Il Mysticposting potrebbe essere l’ennesimo -core di cui vedremo sparire le orme nei prossimi istanti, ma contemporaneamente essere il sintomo di un atteggiamento nuovo da parte delle nuove generazioni di utenti nei confronti della vita su internet: un modo di resistere all’iper visibilità delle piattaforme partendo proprio da queste; un ultimo tentativo disperato di portare ai giorni nostri un pizzico di quell’oscurità e un po’ di ignoto, lo stesso in cui risiedeva il fascino del web ai suoi albori.