Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Morrissey ha indossato una maglietta “Fuck The Guardian”, riporta il Guardian

Che l’ex frontman degli Smiths, Morrissey, fosse contro tutti l’avevamo capito da tempo. Soprattutto quando, lo scorso giugno, aveva riaffermato il proprio sostegno al partito sovranista britannico For Britain Movement, fondato dall’attivista Anne Marie Waters (che inizialmente faceva parte dell’Ukip di Nigel Farage). Non contento, lo scorso sabato, mentre si esibiva a Los Angeles, non contento, ha indossato una canottiera che recitava “Fuck the Guardian”, come riporta lo stesso Guardian. «Dà voce a tutto ciò che è sbagliato e triste per la Gran Bretagna moderna», aveva infatti detto qualche settimana prima, dando vita a una vera e propria campagna personale contro la testata britannica.
Scrivendo sul suo sito web, il cantante lo scorso maggio aveva detto di essere stato vittima «di un’inesauribile forma di incitamento all’odio nei miei confronti» da parte del Guardian, implorando i suoi sostenitori a non comprare più «questo miserabile documento di odio che fa eco ai discorsi di Mary Whitehouse» (nota attivista inglese che si distinse per una fede totale nel cristianesimo e per i suoi tentativi di affermare tutti i valori di alta moralità e decenza, ndr). All’inizio di ottobre, l’ex sodale di Johnny Marr aveva espulso una manifestante anti estrema destra dal suo concerto a Portland.
Il cantante era già stato al centro delle polemiche per la decisione di indossare qualcosa di anomalo quando, ospite al The Tonight Show con Jimmy Fallon, aveva sfoggiato il distintivo del movimento nazionalista For Britain Movement, appunto. Per questo era stato condannato da numerosi personaggi della scena artistica inglese, tra cui il comico Stewart Lee, che da ex fan ha affermato: «Ho capito che non avrei mai più voluto sentire una sua nota in tutta la mia casa».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.