Hype ↓
16:54 venerdì 12 settembre 2025
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.
C’è un nuovo uomo più ricco del mondo che ha superato Elon Musk grazie all’AI Si chiama Larry Ellison e ha scavalcato l'allievo-rivale grazie alla crescita record della sua Oracle, dovuta agli investimenti nell'intelligenza artificiale.
Due giorni prima dell’omicidio il magazine Jezebel aveva assunto delle streghe per mandare una maledizione a Charlie Kirk Con una nota all'articolo, l'editor della testata femminista si è trovato costretto a condannare l'accaduto.
È uscito il primo trailer di Nouvelle Vague, il film in cui Richard Linklater racconta Jean-Luc Godard che gira Fino all’ultimo respiro E che potremo vedere in streaming su Netflix, dove sarà disponibile dal 14 novembre.
OpenAI vuole portare il suo primo film animato fatto tutto con l’intelligenza artificiale al prossimo Festival di Cannes Si intitola Critterz, è già in corso di realizzazione, ma il progetto di presentarlo a Cannes appare molto difficile.

La guerra in Ucraina, vista dalle donne filo-Putin

Sono infermiere improvvisate, cuoche volontarie e vecchie fedeli alla patria ortodossa. Nell'Est ucraino anche fidanzate e mogli hanno scelto di lottare per l'indipendenza. E per ripetere in coro: «La Russia è nash dom, casa nostra»

01 Luglio 2014

La causa scatenante della crisi ucraina è stata il contrasto tra, da un lato, il popolo desideroso di entrare a far parte dell’Unione europea, e dall’altro una politica filo-russa. Proprio per queste ragioni quanto accaduto lo scorso 27 giugno sarà sicuramente ricordato come un passaggio storico: l’Ucraina e Bruxelles hanno infatti sottoscritto un accordo di associazione, firmato dal presidente ucraino Petro Poroshenko e dai leader degli altri paesi Ue. Lo stesso è accaduto con Georgia e Moldavia. In occasione della ratifica, il premier ucraino ha anche dichiarato di aver prorogato la tregua con la Russia, che doveva scadere la mattina del 27 giugno alle 10, di altre 72 ore. La reazione di Mosca è stata molto dura e, secondo il vice ministro degli Esteri russo Grigori Karasin, l’accordo di libero scambio fissato avrà «gravi conseguenze». Nel frattempo il numero di ucraini fuggiti in Russia sale a undici mila, mentre quello degli sfollati interni al paese a 54 mila. La fotografa Michela Iaccarino ha scelto di documentare le conseguenze della rivoluzione ucraina e dell’annessione della Crimea da parte della Russia dal punto di vista dei filorussi. È stata nelle città dell’Est ucraino, a maggioranza russofona, dove le truppe dell’esercito governativo si stanno scontrando con le milizie di ucraini filo-russi che si sono formate: i suoi scatti raccontano la quotidianità delle donne che combattono per la formazione di una Nuova Russia. Ecco il testo da lei redatto per presentare il suo progetto fotografico.

La guerra dell’Est

Dopo la rivoluzione di Maidan Nezalezhnosti culminata nel febbraio scorso con la cacciata dell’ex presidente Viktor Yanukovic, dopo l’annessione subitanea della penisola di Crimea alla Federazione Russa, altri venti di battaglia si sono levati  negli ultimi mesi in Ucraina.

In poche settimane la rivolta popolare che ha portato alla creazione delle Repubbliche autoproclamate a Donetsk e Lugansk è divenuta guerra in questo pezzo di terra ad est di Kiev, ribattezzato dai ribelli Nuova Russia. Molti hanno deciso di imbracciare le armi. La vita quotidiana degli uomini in divisa, per il bicolore ucraino o per il tricolore russo, scorre dallo scorso aprile tra basi militari, rifugi di fortuna, barricate, checkpoint, dormitori divenuti caserme, campi di allenamento negli edifici occupati dai ribelli del Donbas. Con l’arrivo della guerra, dal capoluogo regionale di Donetsk fino alla città roccaforte filorussa di Slavjansk, dove mantiene il comando il moscovita Igor Ghirkin, nome di battaglia Strelkov, la scelta di una barricata è arrivata per gli uomini quanto per le donne, volti sconosciuti di un conflitto che sta continuando a mietere vittime tra la popolazione civile.

Le donne del Donbas sono madri con figli, fidanzati o mariti al fronte, nostalgiche filosovietiche o filorusse, infermiere improvvisate, aspiranti combattenti sulla barricata che rimangono di guardia per dare il cambio a uomini stanchi. Sono cuoche volontarie al seguito di un battaglione per sfamare le divise in riposo dopo la trincea, manifestanti in prima linea per il riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche Popolari dopo il referendum dello scorso 11 maggio. Sono vecchie fedeli a quella patria ortodossa perduta, e ora di nuovo promessa, per chi guarda con speranza a una prossima mossa del Cremlino.

Na voine kak na voine, in guerra come in guerra: quando lo dicono le loro voci parlano spesso in coro. «La Russia è un’anima, la Russia è nash dom, casa nostra». Prima sovietiche, poi ucraine, abitanti di quel microcosmo dell’Est ancora in guerra con l’Ovest di Kiev, queste dame di guerra si sono da settimane dichiarate le «nuove russe».

*

Questo reportage fa parte del progetto +380 (il prefisso telefonico dell’Ucraina) dedicato ai volti nascosti di un Paese con diverse anime, lacerato tra Est e Ovest. +380 è un progetto di Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group.

Leggi anche ↓

L’attivista palestinese che ha lavorato a No Other Land è stato ucciso da un colono israeliano

Maestro e attivista, Odeh Muhammad Hadalin aveva aiutato i registi del documentario premio Oscar a girare il loro film a Masafer Yatta.

Sam Altman ha detto che a differenza dell’avvocato e del terapeuta, Chat GPT non ha l’obbligo del segreto professionale

Quello che le diciamo non si può cancellare e potrebbe essere usato in tribunale.

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero