Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Hanno chiesto a una bambina di 3 anni di scegliere il genitore che sarebbe dovuto restare con lei negli Usa
Sofia, una bambina di 3 anni, è stata interrogata dagli agenti della polizia di frontiera della struttura di detenzione di El Paso, in Texas, perché scegliesse quale genitore tenere con sé negli Usa e quale invece far rispedire in Messico. È stata la madre a raccontare la sua storia a Npr. Tania viveva in Honduras con il marito e gli altri figli (una bambina di 9 e un bambino di 6 anni). La donna ha assistito all’omicidio di sua madre, uccisa davanti a lei e alla cognata da una banda criminale. Le due sono state chiamate a testimoniare contro gli assassini. Poco dopo la testimonianza, sua cognata è stata uccisa. Anche Tania è stata minacciata.La famiglia ha quindi provato a scappare negli Stati Uniti ma dopo un paio di giorni a El Paso è stata inviata a Ciudad Juárez. Merito del programma dell’amministrazione Trump che costringe migliaia di migranti a restare in pericolose città nel nord del Messico mentre i loro casi vengono gestiti dai tribunali degli Stati Uniti.
In seguito a un secondo tentativo, la bambina più piccola, Sofia, già operata in precedenza per un attacco di cuore e ora di nuovo a rischio, ha ottenuto di poter passare il confine insieme al fratello e la sorellina, accompagnata, però, da un genitore soltanto. Invitata dagli agenti a scegliere quale tenere con sé, Sofia aveva scelto la mamma. Quando il padre ha fatto per allontanarsi, però, la bambina di 3 anni è scoppiata a piangere. Uno degli agenti si è allora rivolto direttamente a lei commentando: «l’hai deciso tu». Grazie all’aiuto di un medico e dell’avvocato Linda Rivas (questo articolo racconta tutta la storia), qualche giorno fa l’intera famiglia ha potuto oltrepassare il confine e raggiungere il Midwest.

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