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17:13 martedì 1 luglio 2025
L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto La ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.

MiArt2013

La fiera artistica milanese apre le porte venerdì 5 aprile. Chi e cosa ci saranno in un'edizione che si prospetta, davvero, tra le più interessanti.

03 Aprile 2013

Negli ultimi anni MiArt, la fiera di arte moderna e contemporanea ospitata da Fieramilano City, aveva perso un po’ di lustro rispetto alla concorrenza, diventando un appuntamento secondario del calendario artistico nazionale. Ma adesso, con la nuova direzione triennale di Vincenzo de Bellis, fondatore dello spazio no profit Peep Hole di Milano, le aspettative sono tornate alte, e a ragione. Ci sono almeno tre motivi per partecipare alla kermesse, che apre le porte il 5 aprile. Anzitutto, come giusto, il parterre di gallerie: presenti all’appello attori italiani di rilievo tra cui Giò Marconi, Francesco Pantaleone e Federica Schiavo, ma anche e soprattutto colleghi internazionali che scelgono la capitale meneghina per la prima volta, come Laura Bartlett o Meessen De Clercq. Per selezionare le gallerie, de Bellis ha messo in campo un team di curatori con i quali ha rivitalizzato il tradizionale progetto espositivo: alla consueta sezione dedicata al moderno e al contemporaneo, rinominata “established” e curata da de Bellis con Donatella Volontè per la parte più storicizzata, ha aggiunto: “emergent”, coordinata da Andrew Bonacina, curatore di International Project Space a Birmingham, che ha scelto venti gallerie nate dopo il 2007; “then NOW”, una sezione speciale nella quale Florence Derieux, direttrice della FRAC Champagne-Ardenne a Reims, e Andrea Viliani, direttore MADRE di Napoli, hanno invitato nove coppie di artisti di generazioni diverse a dialogare nello stesso stand; e “object”, che vede l’ingresso del design per la prima volta negli spazi di Miart, con la cura di Michela Pelizzari e Federica Sala.

Aprono il percorso fieristico le nuove proposte di “emergent”, con stand monografici o mostre curate con non più di tre artisti: due strategie espositive volute da Bonacina per favorire il visitatore nella scoperta delle diverse proposte. Circus e Freymond-Guth Fine Arts hanno portato due artiste, rispettivamente Özlem Altin e Loredana Sperini, che scelgono il corpo come punto di partenza delle loro indagini. Per Altin è un oggetto ed entra nelle installazioni attraverso un ricco repertorio di immagini in cui i volti, elemento di riconoscimento e identità, sono di proposito mascherati o mimetizzati. Nelle sculture di Sperini, invece, frammenti di corpo, mani e labbra per lo più, si annidano tra pezzi di cemento, legno, materiali cristallini e preziose porcellane echeggiando simbologie arcaiche e referenze surrealiste. La visita prosegue con “then NOW” dove lo stand di Guido Costa Projects e Andrew Kreps è uno sguardo sulle donne, con le intime stampe in b/n del fotografo autodidatta Miroslav Tichy giustapposte a un gigantesco arazzo di Goshka Macuga in cui un gruppo di modelle, anche in desabillé, sfila di fronte a un monumento a Karl Mark. Nello stand di Lia Rumma e Franco Noero, invece, l’attenzione è sull’oggetto, scelto per il suo valore estetico e sociale nelle mensole di Haim Steinbach e per le sue qualità materiche nelle costruzioni di Darren Bader. Anche nella sezione “established” molti galleristi puntano alla mostra monografica per evitare l’effetto spaesante tipico del confusionario contesto fieristico. Galleria Continua presenta le sculture antropomorfe di Antony Gormley, vincitore del Turner Prize (1994) e autore di “Angel of the North”, capolavoro di arte pubblica realizzato a Gateshead; e ancora Raffaella Cortese espone il recente progetto “Circus” di Marcello Maloberti, talento nostrano che vedremo al Padigione Italia della Biennale di Venezia a giugno. Infine, tra le proposte di “object”, Nilufar propone una selezione di opere create dal designer italiano Martino Gamper, che indaga con forme e materiali gli aspetti psico-emozionali insiti negli oggetti. Una panoramica eterogenea sui designer internazionali di oggi si trova, poi, da BSL che espone nomi noti come Taher Chemirik e Charles Kalpakian.

Finito il giro, arriviamo al secondo motivo per non mancare questa 18esima edizione: il programma di conferenze. Organizzato da Alessandro Rabottini con lo scrittore Fionn Meade, in collaborazione con la nuova casa editrice di libri di viaggio Humboldt Books, miartalks ha venticinque ospiti di eccezione: i curatori Richard Birkett (Artist Space, New York), Marta Kuzma (Office for Contemporary Art Norway, Oslo) e Paola Antonelli (dipartimento architettura e design, MoMA, New York), gli artisti Simon Starling e Carsten Höller, e poi anche editori, collezionisti chiamati a parlare di arte, informazione e attivismo. A fine giornata, ed ecco la terza motivazione, Miart continua in città con un progetto nato dalla collaborazione con la Fondazione Nicola Trussardi. “Liberi Tutti” è un festival di arte dal vivo che tutte le sere, dal 3 al 6 aprile e dalle 22 alle 24, mette in scena performance, concerti e pièce teatrali nei poliedrici spazi del Teatro Arsenale: chiesa, sala da ballo, deposito, teatro delle marionette, e adesso palcoscenico di artisti sperimentali. I primi a esibirsi sono i Gelitin, irriverenti artisti austriaci che alla scorsa Biennale avevano allestito una fabbrica del vetro clandestina animata da concerti in stile woodstock. Il loro “Ritratto Analitico” è una performance con sorpresa in cui rivisitano la forma più semplice e anche più antica di arte, il disegno, in chiave umoristica e interattiva. Il programma prosegue con Darren Bader, Keren Cytter e Thomas Zipp, tutti con progetti inediti e da non perdere.

Immagini:
In evidenza: Keren Cytter, Show Real Drama
Nel testo: Gellissin, Sweatwat, courtesy Galleria Massimo De Carlo, Milano; Thomas Zipp, White Reformation CO-OP- Mens Sana In Corpore Sano, courtesy the artist and Kaufmann Repetto Gallery

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