La rapper e creator canadese ha raccolto un milione di dollari sulla piattaforma ad appena tre ore dall’apertura del suo profilo.
C’è una messa ispirata a Beyoncé

«Beyoncé is my religion», sentenziava Tracy nella serie Chewing Gum. Come lei, tutti i fan della regina dell’R&B, e gli adepti al culto del “Beyismo“, una religione nata ad Atlanta nel 2014 che vede i membri della chiesa, The National Church of Bey, riunirsi regolarmente per cantare i suoi pezzi più famosi. Che con le chiese, Queen Bee ci ha a che fare ormai da tempo, quando lo scorso anno ne ha comprata una da 850 mila dollari a New Orleans o quando, insieme a Jay-Z, la signora Carter si è fatta riprendere in un confessionale per il video di “Family Feud”.

Il passo ulteriore, è stato compiuto nella Grace Cathedral di San Francisco, dove la reverenda Yolanda Norton, studiosa dell’Antico Testamento, ha dato vita a un culto cristiano ispirato alla vita e alla musica di Beyoncé. Secondo quanto riporta il New York Times, la “Messa Beyoncé”, esplora come le questioni di razza e di genere influenzino la vita delle donne afroamericane, «in un contesto reale che le imprigiona», spiega Norton. I pareri di quanti partecipano alla nuova liturgia sono più che positivi. «Capita che le ragazze piangano sui versi di “Freedom”, o che si abbraccino. Perché Beyoncé fa parte di quella cerchia di artisti come Nina Simone o Harry Belafonte che con le loro parole hanno espresso tutte le difficoltà delle donne e degli uomini neri», continua. Perché la sua musica è la loro storia. La messa comprende canti, balli, e una vera liturgia officiata da donne di colore, con sermoni e letture tratte dalle sacre scritture. «Avere Beyoncé come fonte d’ispirazione per la nostra celebrazione è stata una scelta personale, perché mi rendevo conto che ritrovavo la mia vita nelle canzoni delle Destiny’s Child. Tutti i suoi guai erano anche i miei», ha spiegato Norton. La cantante non ha ancora rilasciato commenti.