Di cosa si è parlato questa settimana

Seppur con qualche tensione esterna e interna, le bombe a Gaza non si vedono più, mentre in Italia qualcuno ricomincia a metterle.

di Studio
19 Ottobre 2025

Medio Oriente – Accordi e disaccordi
A Gaza la tregua regge, più o meno. Gli ostaggi israeliani ancora vivi, venti uomini dai 21 ai 48 anni, sono stati liberati lunedì da Hamas, che ha consegnato a Israele anche alcuni cadaveri. Sono state registrate violazioni del cessate il fuoco da parte dell’Idf (9 morti palestinesi, secondo Al Jazeera), mentre Hamas ha approfittato della fine dei bombardamenti per regolare i conti con alcuni clan ribelli (segnalate diverse esecuzioni di piazza). Più di tutto questo, però, restano negli occhi le immagini aeree delle macerie di Gaza, un paesaggio di distruzione raccapricciante, che alcuni commentatori italiani si ostinano a non voler vedere.

Cronaca – Non aprite quel report
Vero che non ci sconvolgiamo più di nulla, ma la notizia che un ordigno con un chilo di esplosivo sia esploso sotto casa del conduttore di Report Sigfrido Ranucci è di un livello inedito persino per la nostra abitudine ai fatti sconvolgenti. Ranucci aveva appena annunciato l’apertura di una nuova stagione del programma di Rai3, che non è noto per avere molti amici. Puntuale la gara della solidarietà espressa da politici, colleghi e compagnia cantante, partita appena la notizia ha iniziato a circolare. Solidarietà doverosa, come si dice, ma anche abbastanza inutile.

Polemiche – L’avvocato del cavolo
A questo punto, una serie tv o un film a lui dedicati Massimo Lovati se li merita davvero. Si potrebbe fare una commedia all’italiana, e qui il titolo dovrebbe essere per forza il Gerry la rana proposto da Fabrizio Corona. Ma si potrebbe anche fare un legal thriller, in questo caso il titolo non può che essere Il cavaliere della giustizia, onoreficenza che Lovati si è inventato e anche assegnato da solo. Ne avrà di tempo per dedicarsi al suo biopic (e anche alle corse di cavalli di cui parla in continuazione, quasi quanto dei nipotini), l’avvocato, adesso che non è più l’avvocato di Andrea Sempio. Il cliente lo ha esonerato per chissà quale ragione. Sostiene Lovati, per i suoi modi guasconi e disinvolti.

Moda – Cchiu Fendi pe’ Chiuri
Dopo 36 anni Maria Grazia Chiuri torna al punto di partenza. «È con onore e gioia che oggi torno in Fendi», ha detto la nuova Chief Creative Officer, «dove ho avuto il privilegio di formarmi sotto la guida delle fondatrici, le cinque sorelle». La sua carriera era iniziata proprio qui, nel 1989, «grazie alla straordinaria capacità di queste cinque donne di nutrire generazioni di visioni e competenze». Dopo l’addio a Dior dello scorso maggio, dunque, Chiuri torna alle origini. Presenterà la sua prima collezione femminile per Fendi il prossimo febbraio a Milano.

Cinema – Diane ne va plus
Delle vite come quelle di Diane Keaton si dice sempre che è impossibile riassumerle. D’altronde, per raccontarle è inevitabile andare per priorità, quindi selezionare, e dunque finire a parlare come tutti, come è giusto, del teatro, dei film con Woody Allen, dell’Oscar, del Padrino, delle commedie. Ma finito di raccontare l’indispensabile, di questa donna resterebbero comunque aneddoti tali e tanti da riempire una biografia: quella volta che salvò Al Pacino dalla bancarotta, quella volta che David Lynch la chiamò a dirigere Twin Peaks, quella volta in cui Belinda Carlisle la scelse per dirigere il video di “Heaven is a Place on Earth”. E questa è solo una piccolissima parte della storia di Diane Keaton, una impossibile da riassumere.

Musica – Un D’Angelo caduto dal cielo
È morto a 51 anni, uno dei musicisti più celebrati e anche misteriosi nella storia della black music, autore di soli tre album in studio, l’ultimo nel 2014 (Black Messiah), ma tutti capolavori. Michael Eugene Archer, meglio conosciuto come D’Angelo, si era ritirato a vita privata, come si dice, continuando così ad alimentare ancora di più la sua leggenda. Il consiglio è ovviamente di riascoltarlo tutto o, almeno di rivedere, questo video.

Dell’attentato a Sigfrido Ranucci sta parlando molto anche la stampa estera

La notizia è stata ripresa e approfondita da Le Monde, il New York Times, il Washington Post, Euronews e l’agenzia di stampa Reuters.

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Aveva 51 anni ed era malato di cancro. Lascia in eredità tre album diventati culto e una storia personale caratterizzata dal difficile rapporto col successo.

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di Studio
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