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Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

C’è voluto Macron per interrompere le bugie di Trump sulla guerra in Ucraina

«No, in realtà, per essere precisi, abbiamo pagato noi. Il 60 per cento della spesa totale l’abbiamo sostenuta noi. E abbiamo fatto le stesse cose che hanno fatto gli Stati Uniti: prestiti, garanzie e prestiti a fondo perduto. Ci abbiamo messo soldi veri»

di Studio
25 Febbraio 2025

«No, in realtà, per essere precisi, abbiamo pagato noi. Il 60 per cento della spesa totale l’abbiamo sostenuta noi. E abbiamo fatto le stesse cose che hanno fatto gli Stati Uniti: prestiti, garanzie e prestiti a fondo perduto. Ci abbiamo messo soldi veri». Queste le parole con le quali il Presidente francese Emmanuel Macron, nel corso di una conferenza stampa nello Studio Ovale tenutasi al termine della sua visita di Stato a Washington, ha interrotto l’ormai solito, delirante monologo di Trump sulla guerra in Ucraina per dire una cosa che nello Studio Ovale si sono dimenticati cos’è: la verità. Il fact checking allora non è morto, a qualcosa serve ancora, checché ne dica Mark Zuckerberg.

Trump era partito con la solita tiritera sulla guerra in Ucraina, che nel mondo parallelo in cui vivono lui e gli Stati Uniti sarebbe stata finanziata quasi interamente da questi ultimi con dollari generosamente regalati a Zelensky (che la guerra l’avrebbe pure fatta scoppiare). Una generosità resa tanto più ammirevole, stava dicendo Trump prima che Macron lo interrompesse, se paragonata alla tirchiaggine dell’Unione europea: «Per farvi capire, l’Europa i soldi all’Ucraina li sta prestando. Li avranno indietro». A quel punto, Macron ha afferrato il braccio di Trump, lo ha interrotto e ha precisato che va bene tutto, ma c’è un limite a quanto si può mentire. Persino per il Presidente degli Stati Uniti.

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