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06:37 domenica 21 dicembre 2025
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

L’ultimo leak che ha bloccato il Guardian in Cina

22 Gennaio 2014

Com’è tristemente noto, le autorità cinesi non hanno un particolare feeling con le rivelazioni che concernono le loro ricchezze. Nel 2012 il New York Times e Bloomberg diedero spazio a una serie di inchieste che mettevano in luce gli asset dei leader cinesi (tra gli altri, anche quelli di Xi Jinping e Wen Jiabao). L’anno scorso David Barboza, reporter del Nyt, ha anche ottenuto il premio Pulitzer per la sua esposizione della corruzione delle alte sfere del governo cinese. Da allora queste testate si sono viste bloccare l’accesso ai loro siti in Cina, e non hanno potuto ottenere visti per impiegare nuovi giornalisti nel Dragone.

Oggi la stessa sorte tocca al sito del Guardian. Il giornale britannico ieri ha pubblicato una storia basata su leak raccolti in due anni dall’International Consortium of Investigative Journalists – un gruppo di 160 giornalisti che si definisce «the world’s best cross-border watchdog» – che attesta il ricorso a società offshore e paradisi fiscali da parte di una dozzina di famigliari di alti funzionari del PCC. Tra gli altri, nel report sono stati citati anche il cognato del Presidente Xi Jinping e il genere dell’ex premier Wen Jiabao. La fonte delle rivelazioni sarebbero due società operanti nelle Isole Vergini britanniche, che sostengono che più di 21.000 clienti cinesi e di Hong Kong avrebbero protetto le loro ricchezze spostandole ai Caraibi.

Per tutta risposta, appunto, le autorità cinesi hanno sospeso gli accessi al sito del quotidiano londinese dalla Cina, che attualmente non è raggiungibile – se non tramite Vpn. La stessa sorte è toccata al sito dell’Icij e al giornale spagnolo El Pais, un altro media che aveva riportato la notizia.
 

Nella foto: l’ex premier cinese Wen Jiabao.

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