Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Leggere ci rende davvero persone migliori?
Ogni giorno più di un milione e mezzo di libri vengono venduti negli Stati Uniti, un altro mezzo milione nel Regno Unito. Nonostante tutte le facili distrazioni di oggi, quindi, a tante persone piace ancora leggere E quindi, si domanda la Bbc. È un bene? Leggere ci rende persone migliori? Il potere della letteratura di finzione viene da lontano. Conosciamo i risvolti emotivi e psicologici della catarsi aristotelica, la cosiddetta “purificazione dalle passioni”. Oggi, però, sono gli psicologi a parlarne. Una ricerca condotta dalla psicologa canadese Keith Oatley definisce le opere letterarie come «simulatori di volo della mente», con cui mettere alla prova le skill sociali. Alcuni meccanismi neuronali attivati per dare senso alle storie che leggiamo, infatti, sono simili a quelli utilizzati nella vita reale. Se leggiamo la parola “calcio” ad esempio, si attivala stessa area del cervello di quando diamo un calcio.
C’è una difficoltà, però, nel condurre determinati studi: gli intervistati tendono ad esagerare sul numero di libri letti. Per questo Oakley e i suoi colleghi chiedono agli studenti semplicemente di scegliere da una lista che mescola scrittori veri e inventati. E scartano i test farlocchi. Un’altra psicologa, Diana Tamir, del laboratorio di neuroscienze sociali di Princeton, ha dimostrato che le persone che leggono spesso opere di finzione hanno una migliore cognizione sociale. Ma questo le rende persone migliori? In generale chi riesce ad emozionarsi per una storia ha più probabilità di essere un altruista nella vita vera. E non solo. Alla University of California Irvine si insegna ai futuri medici a leggere per diventare dottori migliori.

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