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La spia del Pentagono è solo l’ennesimo bimbominkia di internet

A quanto pare, il responsabile del più grave leak di segreti di Stato dai tempi di Julian Assange avrebbe fatto tutto per vanità: ha pensato che valesse la pena rischiare 15 anni di galera per impressionare i suoi amici su Discord.

di Studio

Lo scorso giovedì l’Fbi ha arrestato Jack Teixeira, 21enne ormai ex riservista della Air National Guard: l’accusa è di aver sottratto e diffuso illegalmente informazioni segrete riguardanti la sicurezza nazionale. Se Teixeira dovesse essere condannato, passerà i prossimi quindici anni della sua vita in un penitenziario federale. Quello che tutti negli Stati Uniti si stanno chiedendo in questi giorni è: com’è possibile che un ragazzo poco più che adolescente, impiegato in un ruolo di relativamente scarsa importanza – la sua qualifica ufficiale era cyber transport systems specialist, lavorava nel reparto IT – sia riuscito a sottrarre e diffondere quelle informazioni riservatissime, dettagli sull’andamento della guerra in Ucraina e segreti militari di alleati e nemici degli Stati Uniti? E, soprattutto, com’è possibile che nessuno del personale militare e degli agenti dell’intelligence americani si sia accorto di quanto era accaduto fino a quando quelle informazioni non sono comparse su un server Discord dedicato a meme, videogiochi e cazzeggio in generale?

Prima che Teixeira venisse arrestato, l’esperta di questioni militari e di sicurezza nazionale Amy Zagart aveva scritto un pezzo per l’Atlantic in cui descriveva così il più grave leak di documenti riservati dai tempi di Julian Assange e di Wikileaks: «Un’enorme quantità di segreti di Stato diffusi su una piccola piattaforma online dedicata ai videogiochi da parte di un utente anonimo privo di scopi politici o di uno qualsiasi dei moventi per i quali di solito si compiono questi gesti. Un vero e proprio mistero». Nel suo pezzo, Zagart si sforzava di trovare una spiegazione razionale all’apparentemente inspiegabile, e a un certo punto scriveva che due delle possibili ragioni della “spia del Pentagono” potevano essere «ideologia oppure vanità». Le meno probabili di tutte le spiegazioni, però: secondo Zagart, una talpa che agisce spinto da ideologia e/o vanità rappresenterebbe un’eccezione alla regola di questi casi. Teixeira si è ovviamente rivelato quell’eccezione: dopo il suo arresto si è scoperto che il ragazzo avrebbe fatto tutto solo per mantenere e rafforzare la sua fama di edgelord – l’equivalente internettiano del maschio alfa – nel server di Discord in cui passava praticamente tutto il suo tempo libero.

Ritratto della talpa nell’epoca della vanità, cioè dei social: ossessionato dalle armi da fuoco, cattolico integralista, politicamente libertario, esegeta dei più famosi raid delle storia delle forze dell’ordine americane (Teixeira conosceva nei minimi dettagli le storia di Ruby Ridge, Idaho e di Waco, Texas), avvezzo all’uso di epiteti razzisti, sessisti, omofobi e antisemiti. Teixeira era noto in diversi server Discord con diversi nickname, tutti ugualmente imbarazzanti: jackthedripper ed excalibureffect sono probabilmente i più ridicoli di tutti. Ma quello con il quale era diventato famoso era O.G., l’edgelord del server Thug Shaker Central. Qui Teixeira viveva la sua seconda vita ed esprimeva la sua altra identità: si raccontava come un esperto di combattimenti a fuoco e di strategie militari a un gruppo di adoranti sconosciuti che non aveva idea che O.G. passasse le sue giornate seduto a una scrivania in un ufficio di Cape Cod, Massachusetts. In realtà, Teixeira non aveva nessuna esperienza di combattimenti né di strategia, a meno che nell’una e nell’altra non rientrino ore e ore passate a giocare first person shooter come Arma 3, Project Zomboid PUBG: Battlegrounds.

Stando alle ricostruzioni fatte da Washington PostNew York Times, Teixeira avrebbe cominciato a pubblicare sul “suo” server Discord i documenti che aveva rubato intorno alla fine dello scorso anno. Lo avrebbe fatto con il solo e unico scopo di diventare più che edgelord, di elevarsi sopra tutti gli altri signorotti concorrenti e diventare il re di Discord. Era talmente preso dalla sua scalata alla cima di internet, Teixeira, che nel momento in cui ha deciso di mettersi a diffondere segreti di Stato si è dimenticato di rimuovere dalla rete le informazioni che nel caso – tutt’altro che imprevedibile – di un’indagine potessero condurre le autorità alla sua porta. Per risalire a lui, infatti, all’Fbi è bastato chiedere a Discord i dati del profilo O.G.: nell’account, Teixeira aveva scritto il suo nome, cognome e anche indirizzo di casa.

A prescindere dall’assurdità della storia, negli Stati Uniti il caso Teixeira ha aperto una discussione più ampia e complessa sui nuovi rischi che oggi, all’epoca dell’onnipresenza e onnipotenza dei social, le sicurezze nazionali devono affrontare. Da questo punto di vista, gli Usa sono un caso esemplare: due terzi dei dipendenti delle forze dell’ordine, delle forze armate e delle agenzie di intelligence hanno meno di trent’anni. Tutti hanno almeno un account social che usano quotidianamente. Negli ultimi anni il governo americano si è sforzato molto per spiegare ai suoi dipendenti che non è il caso di parlare di informazioni riservate su internet: lo scorso mese, per esempio, i lavoratori del Defense Department hanno tutti quanti ricevuto una mail con in allegato un documento intitolato Special Operations Command, una dettagliata spiegazione di tutto quello che possono e non possono fare su Discord. Un lungo codice deontologico riassumibile in una frase riportata all’inizio della stessa: «Non pubblicate nessuna informazione che non volete diventi di pubblico dominio».

Drew Harwell del Washington Post, però, ha sottolineato come questi inviti alla riservatezza da parte del governo americano siano piuttosto contraddittori. Soprattutto quando si parla di forze armate. Negli ultimi anni, infatti, l’esercito americano ha investito moltissimo in Discord come nuova piattaforma di reclutamento: ha addirittura aperto una chatroom sulla piattaforma – che al momento conta più di 17 mila iscritta – in cui i membri possono raccontarsi le loro imprese videoludiche, parlare con i consulenti dell’esercito e chiedere loro informazioni su una futura, possibile carriera militare, e partecipare nelle attività online e offline di quello che un anonimo sergente nel 2019 definì «l’esercito del futuro». È difficile, sostiene, Harwell, chiedere a ragazzini reclutati su Discord di mollare la piattaforma (o anche solo di limitarsi nell’uso della stessa) subito dopo averli reclutati. Ed è anche per questo che in questi giorni, tra i corridoi del Pentagono, diverse persone si sono dette esasperate all’idea di doversi ora preoccupare anche di quello che succede su Discord o su Twitch o su TikTok: «Rischiamo la destabilizzazione del mondo solo perché un tizio non è sicuro di essere più popolare online», ha detto uno.