Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
La capanna dello zio Dahl
In Italia non è certo un’istituzione come lo è nel Regno Unito. I più lo associano ai due film ispirati al suo romanzo più celebre, La Fabbrica di Cioccolato, il primo con Gene Wilder (1971), il secondo con Johnny Depp (2005). Fatto sta che se si dice Roal Dahl, anche qui da noi è difficile incontrare qualcuno che, da bambino, non abbia letto almeno uno dei suoi libri: Gli Sporcelli, Il Grande Gigante Gentile, Le Streghe per dirne solo alcuni (editi per la maggior parte da Salani, ma altri sono pubblicati da Guanda e Longanesi)…
La sua nipotina, l’ex modella Sophie Dahl, classe ’77, è talvolta al centro delle cronache mondane UK: recentemente si è parlato del suo cappottino rosa indossato per un matrimonio molto posh.
Ma, più recentemente, Sophie Dahl ha fatto parlare di sé per un altro motivo: a quanto pare vuole salvare la capanna dove Roal si rifugiava a scrivere, anzi spostarla in un luogo dove tutti i suoi fan possano recarsi in pellegrinaggio.
Un progetto da circa mezzo milione di sterline. Che qualcuno ha paragonato – con un po’ di fantasia – al trasferimento dello studio di Francis Bacon alla Hugh Lane gallery di Dublino.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.