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Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
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Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

E adesso cosa ne sarà di Kanye West?

Kim Kardashian è indistruttibile, ma come farà il suo fragilissimo marito ora che non ci sarà più lei a proteggerlo?

22 Febbraio 2021

Su TikTok ci sono tantissimi video che iniziano con «Raga ma succede solo a me che quando…»? È una formula che purtroppo mi è entrata in testa, tanto che continuo a chiedermi: «Raga ma succede solo a me che quando le coppie più affiatate si lasciano mi sento super felice?». Un appagante senso di sollievo: ecco, è successo anche a loro. Per anni ci hanno tormentato con il loro amore pazzesco e la loro sfacciata intesa erotica, la complicità e la stima reciproca, hanno dimostrato che insieme potevano superare ogni difficoltà e ci hanno convinto a credere che al primo posto, nella vita di entrambi, ci sarebbe sempre stato l’altro. I battibecchi, le discussioni famigliari, i litigi: piccole esplosioni che puntualmente si spegnevano lasciandoli ancora più uniti. Perennemente intenti a recitare il ruolo degli innamorati persi davanti a una platea di coppie mal assortite o, ancora peggio, single disperati. Lo stesso pubblico che ora, leggendo che Kanye West e Kim Kardashian hanno firmato i documenti di divorzio, esulta felice. Certo, c’è anche chi osserva lo spettacolo ostentando scetticismo e disinteresse: costoro si permettono di definire Kim una decerebrata e Kanye un pazzo totale, come in effetti sembra si sia particolarmente impegnato a dimostrare lui stesso negli ultimi anni dichiarando il suo sostegno a Trump, creando una specie di setta religiosa (che però ci ha regalato, non si può fare a meno di ammetterlo, un album bellissimo, Jesus is King), delirando su Twitter, imbarazzando il mondo con la sua improbabile candidatura alle elezioni americane.

Se in questo teatro immaginario che assiste alla separazione della coppia più potente e famosa della storia della cultura pop dovessi cercare col binocolo qualcuno che piange disperato o dispiaciuto, penso che non lo troverei. Tra chi gode sadicamente e chi ostenta menefreghismo, c’è anche chi si rallegra per la povera Kim Kardashian che finalmente, a ormai 40 anni, si libera di un tale fardello. Cresciuta davanti alle telecamere, Kardashian si è sempre mostrata perfettamente in grado di gestire il marito, spesso cercando di riparare, per quanto possibile, ai tanti danni commessi e alle tante stronzate dette a causa del disturbo bipolare conclamato di cui soffre. Non dev’essere stata un’impresa facile sopportare questa specie di Wolfgang Amadeus Mozart (nella versione folle del film del 1984 di Miloš Forman) dell’era di internet. Viene spontaneo, ora, preoccuparsi per lui: cosa ne sarà di quest’uomo che ha sempre messo l’amore e la famiglia davanti a tutto (almeno nei testi delle sue canzoni)? La stessa cosa che succederà all’uomo che nelle prime frasi di “I Thought About Killing You”, il primo brano di Ye, “l’album del disturbo bipolare”, diceva (rivolgendosi alla moglie): «Oggi ho seriamente pensato di ucciderti / Ho contemplato un omicidio premeditato / E penso di uccidere anche me / E mi amo molto più di quanto amo te, quindi …». Era il 2018. In mezzo c’è stata la fase (maniacale, molto probabilmente) dei Sunday Service, con la povera Kim costretta a trotterellare su e giù per la collinetta con la prole (la piccola North doveva pure cantare, chissà se lo faceva  volentieri), fasciata in un completo da porno-perpetua color glicine. Prima le messe sulla collinetta, poi l’impazzimento politico. Too much perfino per Kim Kardashian, solido e indistruttibile perno di una famiglia che le ha sempre ruotato intorno. Ma dice che si sono lasciati bene. Adesso lui sta in Wyoming (dov’erano andati l’anno scorso per provare a rimettere assieme i pezzi: non è servito), lei a Calabasas con North, Chicago, Psalm e Saint.

Kim Kardashian e Kanye West il 12 maggio 2012 allo Staples Center di Los Angeles, California, Los Angeles Lakers vs Denver Nuggets, Playoff NBA. Foto 1 e 2 di Noel Vasquez, foto 3 di Kevork Djansezian / Getty Images

«I documenti per il divorzio sono stati archiviati, eppure Kim Kardashian e Kanye West rimangono la coppia più potente di questa generazione. In oltre sei anni di matrimonio (si erano sposati in Italia nel 2014, nda) e più di otto insieme, il rapper e la star dei reality hanno scritto il libro che racconta la vita di una coppia di celebrity nell’era di Internet. Le loro pacchiane eccentricità hanno irradiato così tanto fascino nel corso degli anni che anche con lo stesso popolo di Internet e che trasforma in meme e prende in giro la loro rottura, la palla rimane saldamente nel campo di Kimye», si legge su Highsnobiety.

Di certo Kim ne uscirà vincente: nulla può sconfiggerla, lei è una che riesce a far fruttare persino l’esperienza traumatica dei ladri che le puntano una pistola addosso (cambia look e lancia il trend del minimalismo), figurarsi un divorzio dal più grande musicista dei nostri anni. A San Valentino stava su Instagram a farsi sprayare panna montata sulla pelle nuda e sfoggiare insieme alle sue sorelle dei finissimi (nel senso di sottili, non di raffinati) microperizomi rosso corallo e rosa baby (“coprono solo il clit”, affermavano raggianti le Kardashian sisters nelle stories), parte della collezione speciale di Skims per la festa degli innamorati. Dopotutto lei è al suo terzo divorzio: nel 2004 si è separata dal producer Damon Thomas, nel 2011 aveva divorziato con Humphries 72 giorni dopo le nozze. Per Kanye invece, è la prima volta. Non ci resta che pregare per lui.

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