Attualità | Rassegna
Di cosa si è parlato questa settimana
La polizia nei campus americani, le manifestazioni pro-Europa a Tbilisi, Josh O'Connor ai David di Donatello e le altre notizie degli ultimi giorni.
Politica – Campus minati
Dopo l’invasione israeliana della Striscia di Gaza a seguito dell’attacco di Hamas dello scorso ottobre, in tutte le università occidentali si sono riaccese le proteste, che si sono intensificate via via che il numero dei civili uccisi dai bombardamenti aumentava. Dopo un autunno in cui tutti i grandi campus americani si sono mobilitati, e dopo le interrogazioni al Congresso dei presidenti di università come Harvard e l’MIT che hanno poi perso il loro ruolo, la primavera è arrivata ancora più calda. Da settimane, l’“encampment” di solidarietà per la Palestina, e in particolare quello organizzato di fronte al campus della Columbia di New York, tiene banco nel dibattito politico americano. Purtroppo vediamo ripetersi scene che qui in Italia conosciamo bene, a cominciare da quelle dei poliziotti che picchiano e arrestano gli studenti.
Proteste – Georgia on my mind
Poco più di un anno dopo le prime grandi proteste di massa, in Georgia la parte più europeista del Paese è tornata in piazza a contestare il governo. Il motivo è quello che aveva agitato le piazze nel marzo 2023: una legge pensata per punire i cosiddetti “agenti stranieri”, sostenuta dal partito Sogno georgiano. La legge, se passasse, obbligherebbe tutte le organizzazioni e istituzioni georgiane che ricevono più del 20 per cento dei loro fondi dall’estero a iscriversi a una sorta di registro degli, appunto, “agenti stranieri”. Una schedatura, una svolta autoritaria di chiara ispirazione putiniana, dicono i contestatori. Aveva fatto il giro del mondo, un anno fa, quell’immagine di una donna che sventolava una bandiera dell’Unione Europea contro gli idranti della polizia. Dopo alcuni giorni, la proposta di legge era allora stata ritirata. Forse il governo sente oggi risalire le quotazioni della Russia sulla bilancia internazionale, e ha voluto riprovarci. Speriamo, come sempre, che vinca l’Europa dei diritti.
Spettacolo – O’Connor mio
Josh O’Connor che parla con Mattarella, Josh O’Connor che cerca di capire chi sia Liberato, Josh O’Connor seduto vicino a Pierfrancesco Favino e Antonio Albanese: se tutto quello che succede a Josh O’Connor ci esalta e ci diverte, forse non è perché è così tanto esilarante, ma perché siamo tutti in preda a quell’innamoramento che ti fa trovare adorabilissima e spassosissima qualsiasi cosa purché ci sia di mezzo il tuo amato. Se poi, quell’amato, si avvicina a te (in questo caso a Roma, per i David di Donatello), parte la risata isterica. A noi piace soprattutto quando è sporco e maleodorante, come nei suoi ultimi film (ne abbiamo scritto qui), ma va benissimo anche bello pulito con camicia e gilet o vestito da cerimonia.
Polemiche – Fuocoammara
È incredibile come gli ospiti di Belve facciano quasi sempre tutto da soli, come se lo studio di Francesca Fagnani fosse circondato da un campo elettromagnetico diverso, capace di modificare il normale funzionamento del cervello e far dire all’intervistato/a cose che normalmente verrebbero censurate dai freni inibitori o dall’istinto di sopravvivenza. È successo persino con una donna di mondo, navigatissima, astutissima coma Mara Maionchi, finita in mezzo alla shitstorm per aver dato dell’ingrato a Tiziano Ferro (che poi, incazzatissimo, ha condiviso sui suoi social un articolo di Mow Magazine in cui si diceva che lei lo aveva costretto a dimagrire e a tenere nascosta la sua omosessualità). Tutto senza che Fagnani abbia detto né fatto nulla.
Altre polemiche – Di Mare Fuori
E poi c’è l’altro programma televisivo nel quale succedono le cose, Che tempo che fa di Fabio Fazio. Stavolta la storia è tragica e inquietante: l’ex giornalista Rai Franco Di Mare ha rivelato a Che tempo che fa di avere un mesotelioma, «un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto nell’aria». Chi conosce la carriera di Di Mare ha pensato subito al periodo da inviato nell’ex Jugoslavia, ma il giornalista ha detto di non sapere come tutto questo gli sia successo anche perché non riesce ad avere dai dirigenti Rai dell’epoca le informazioni di cui ha bisogno per scoprirlo. Come se tutto questo non fosse già abbastanza deprimente, è arrivato poi anche l’avvocato di Di Mare a dire che il giornalista l’amianto avrebbe potuto respirarlo in un posto molto molto più vicino della penisola balcanica. E qual è questo posto, gli hanno chiesto. Viale Mazzini, ha risposto lui.
Personaggi – Austerity
Il 30 aprile alle 6:58 pm, come ha scritto sua moglie Siri Hustvedt in un intenso post su Instagram, è morto Paul Auster, uno dei grandi viventi della letteratura americana. Nato nel 1947, malato di cancro e conosciuto soprattutto per la Trilogia di New York, aveva vissuto tra il 2021 e il 2022 anche la doppia bruttissima tragedia della morte per overdose sia della nipotina che del figlio (il padre della piccola, ne avevamo parlato qui). Sui social solite celebrazioni con fotina ricordo o dedica, anzi anche più del solito, come ad attestare la sua statura di icona letteraria.