Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Il Guardian parla degli italiani che fanno casino in treno
La notizia della “carrozza del silenzio”, ora disponibile sul Frecciarossa non solo in Business ma anche in Standard, è arrivata nel Regno Unito e ha ispirato un divertente editoriale del Guardian. Tobias Jones, autore tra l’altro di Ultra: The Underworld of Italian Football, riprende infatti lo stereotipo degli italiani “rumorosi” nei luoghi pubblici e fa una breve analisi linguistica per individuare le radici storiche della nostra abitudine a parlare a voce molto alta. Una prima ragione è la nostra stessa lingua, che essendo «basata sulle vocali, richiede la vibrazione delle corde vocali: da qui la sua qualità melodiosa e l’attitudine all’opera lirica. A differenza dell’inglese, l’italiano non ha vocali ridotte (chiamate “schwa” in linguistica), quindi nulla viene ridotto o schiacciato. È una lingua a “isocronia sillabica”, mentre l’inglese è a “isocronia accentuale”: ci mangiamo le parole, dicono gli italiani, noi raggruppiamo le consonanti; loro non lo fanno. L’italiano non è necessariamente più rumoroso, lo sembra solo a un orecchio anglosassone perché non siamo abituati a utilizzare tutte quelle sillabe».
Eppure, continua l’autore, una certa attitudine al rumore gli italiani ce l’hanno per davvero, come dimostra il livello del suono che possono raggiungere ristoranti e pizzerie – «una pizzeria silenziosa sarebbe vista con sospetto» – e l’abitudine a parlare al telefono sui mezzi pubblici, ma c’è anche una sopportazione maggiore: «mangiare al ristorante con dei bambini è un sogno in Italia: sono sempre i benvenuti, anche quando fanno i capricci». Un’altra ragione per cui ci piacerebbe urlare quando parliamo, poi, è il fatto che la nostra lingua è un prodotto letterario che si è imposto dall’alto sui mille dialetti della penisola. Urliamo per rivendicare una lingua che in realtà non ci appartiene, in preda a quello che Italo Calvino ha definito “terrore semantico”. Scrive Jones che «è stato spesso suggerito che l’alto volume della penisola è la vendetta delle strade, un’insurrezione verbale contro quel linguaggio raffinato ed erudito, è il martello che silenzia il clavicembalo». C’è poi da considerare l’elemento performativo della lingua italiana – e basta guardare un talk show per rendersene conto – dove la forma prevale spesso sul contenuto ed infine il fatto che, forse più prosaicamente, non siamo abituati a essere ripresi quando parliamo a voce troppo alta. Così può capitare che si gridi in chiesa, sui mezzi di trasporto, nelle classi, sul Frecciarossa forse un po’ meno.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.