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18:53 giovedì 6 novembre 2025
Si è scoperto che uno degli arrestati per il furto al Louvre è un microinfluencer specializzato in acrobazie sulla moto e consigli per mettere su muscoli Abdoulaye N, nome d'arte Doudou Cross Bitume, aveva un bel po' di follower, diversi precedenti penali e in curriculum anche un lavoro nella sicurezza del Centre Pompidou.
La Presidente del Messico Claudia Sheinbaum è stata molestata da un uomo in piazza, in pieno giorno e durante un evento pubblico Mentre parlava con delle cittadine a Città del Messico, Sheinbaum è stata aggredita da un uomo che ha provato a baciarla e le ha palpato il seno.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Nella vittoria di Mamdani un ruolo importante lo hanno avuto anche i font e i colori della sua campagna elettorale Dal giallo taxi alle locandine alla Bollywood, il neo sindaco di New York ha fatto un uso del design diverso da quello che se ne fa di solito in politica.
Il nuovo album di Rosalía non è ancora uscito ma le recensioni dicono che è già un classico Anticipato dal singolo e dal video di "Berghain", Lux uscirà il 7 novembre. Per la critica è il disco che trasforma Rosalia da popstar in artista d’avanguardia.
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.
Un giornalista italiano è stato licenziato per una domanda su Israele fatta alla Commissione europea Gabriele Nunziati ha chiesto se Israele dovesse pagare la ricostruzione di Gaza come la Russia quella dell'Ucraina. L'agenzia Nova lo ha licenziato.
Lo Studio Ghibli ha intimato a OpenAI di smetterla di usare l’intelligenza artificiale per creare brutte copie dei suoi film Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.

Le scuole israeliane stanno chiedendo ai genitori di cancellare le app dei social

12 Ottobre 2023

Che la pessima, quando non assente, moderazione dei contenuti sui social sia una piaga della società contemporanea lo sappiamo. In questi anni sono arrivate conferme su conferme: i deliri no vax, i complottismi antiucraini, e ora il terzo indizio che fa una prova è il terrorismo digitale di Hamas (ne abbiamo scritto qui). Stando così le cose, le persone di buon senso hanno dovuto prendere provvedimenti alternativi: come riporta Shiona McCallum sulla Bbc, diverse scuole in Israele – ma anche negli Stati Uniti e in Inghilterra – stanno invitando le famiglie a rimuovere le app dei social media dai loro dispositivi. Purtroppo viviamo nell’epoca in cui chi potrebbe fare qualcosa preferisce passare il tempo a trollare online come un tredicenne con pochissimi interessi e nessunissimo amico: chi sta pensando a Elon Musk ha pensato bene, visto che il padrone di X ha risposto con il solito sarcasmo che solo i possessori di Tesla trovano divertente all’invito della Commissione europea a fare qualcosa per evitare la diffusione di video di violenze e notizie false riguardanti l’attacco di Hamas a Israele dello scorso fine settimana.

Si tratta ovviamente di proteggere i minori, in particolar modo i bambini, dalle foto e dai video che tutti stiamo purtroppo vedendo scorrere nei nostri feed social in questi giorni. Nell’articolo di Bbc, si parla di diverse scuole di Tel Aviv che avrebbero inviato un alert ai telefoni dei genitori degli studenti per avvisarli di quello che i loro figli rischiano di vedere soprattutto su Instagram e TikTok. Una scuola in New Jersey avrebbe inviato una mail per consigliare ai genitori di parlare con i loro figli e spiegare loro perché in questo momento è necessario fare a meno dei social. A New York, i dirigenti di una scuola hanno invece chiesto ai genitori di parlare in famiglia di quello che sta succedendo e chiedere ai figli di non guardare video, immagini, contenuti che ripropongono le violenze dei terroristi. È una missione quasi impossibile, chiaramente: i telefoni e le app sono delle abitudini per tutti, soprattutto per la Gen Z.

Il rischio, però, è enorme. Nessuno sa che cosa abbia intenzione di far vedere Hamas nei prossimi giorni. Il pericolo è che sia qualcosa di addirittura peggiore di quanto visto fin qui, dei cadaveri in mezzo alle strade, dei rapimenti, delle esecuzioni. Se davvero l’organizzazione terroristica dovesse tener fede ai suoi annunci, è possibile che vengano diffusi i video delle esecuzioni degli israeliani in questo momento prigionieri a Gaza. Se il precedente dell’Isis ci insegna qualcosa – tutti abbiamo assistito alle “gesta” del boia dell’Isis Jihadi John, anche grazie ai social diventato un simbolo e uno strumento di propaganda – è inutile aspettarsi che di questi video venga tempestivamente impedita la diffusione. I social non riescono a fare moderazione, figuriamoci premoderazione. Forse, davvero, l’unica soluzione che rimane è la cancellazione. Per regolamentare potrebbe essere ormai troppo tardi.

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