Strano ma vero, però: chiusa ufficialmente la brat summer con un ultimo concerto al Coachella, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
C’è uno scontro di petizioni sull’inclusione di Israele all’Eurovision

Come era successo già con la Russia in occasione dell’invasione dell’Ucraina, anche intorno a Israele, che da diversi mesi sta bombardando Gaza (e zone del Libano e della Siria), si sta sviluppando un dibattito acceso sull’opportunità o meno di invitare il Paese a manifestazioni internazionali. Parliamo dell’Eurovision, nello specifico. Quest’anno si terrà in Svezia, a maggio, e all’inizio del 2024 oltre millequattrocento artisti finlandesi e islandesi hanno chiesto che il Paese guidato da Netanyahu venisse escluso dalla competizione.
«Non si accorda con i nostri valori che uno Stato che commette crimini di guerra e continua un’occupazione militare possa avere un palcoscenico pubblico per ripulire la sua immagine nel nome della musica», si legge sulla petizione. In risposta all’appello, un portavoce dell’Eurovision ha detto: «L’Eurovision è una competizione per reti televisive, non per governi, e la rete pubblica israeliana ne è stata parte per 50 anni». Ora è arrivata un’altra lettera aperta, questa volta a favore dell’inclusione di Israele nella competizione. La petizione è promossa dall’organizzazione non-profit Creative Community For Peace, che che si impegna “contro i boicottaggi verso Israele”, e dice: «Crediamo che eventi unificanti come le gare canore siano fondamentali per creare ponti attraverso le nostre divisioni culturali, e per unire persone di tutte le esperienze attraverso il loro amore per la musica». Aggiunge: «Chi chiede l’esclusione di Israele sta sovvertendo lo spirito della competizione, trasformandola da una celebrazione dell’unità in uno strumento politico».
Sono circa 400 le personalità che hanno sottoscritto la lettera, e tra loro spiccano Gene Simmons, Helen Mirren e Boy George. La stessa organizzazione, racconta il Guardian, si era già spesa a supporto di Israele proprio nel contesto dell’Eurovision: era il 2019, quando Tel Aviv aveva vinto il diritto di ospitare quell’edizione della gara, e in molti, in tutto il mondo, avevano chiesto di boicottare l’evento. L’anno precedente, infatti, l’esercito israeliano aveva ucciso 62 civili disarmati durante delle proteste a Gaza, ferendone altre centinaia. In Italia non si era diffusa molto, quella protesta, rimanendo circoscritta a un piccolo circolo fatto di nomi come Assalti Frontali, Moni Ovadia, Jorit e Vauro.

Nonostante la polizia avesse intimato alla folla di disperdersi, tutti sono rimasti lì ad aspettarla finché non è arrivata e ha cantato "What Was That", la sua nuova canzone.