Hype ↓
00:40 domenica 14 settembre 2025
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.
C’è un nuovo uomo più ricco del mondo che ha superato Elon Musk grazie all’AI Si chiama Larry Ellison e ha scavalcato l'allievo-rivale grazie alla crescita record della sua Oracle, dovuta agli investimenti nell'intelligenza artificiale.

Ammaniti e Il miracolo della nuova tv italiana

Nonostante madonne, mafie e tanti riferimenti all'Italia, l'esordio televisivo dello scrittore ha un respiro internazionale.

07 Maggio 2018

Di recente mi chiedevo: esiste un film italiano senza una scena di processione? Sto esagerando, ma pensateci. I santi, i ceri, i paramenti, i gesùcristi, le madonne. La Madonna. Ci cascano tutti, autori grandi e piccoli, comici e drammatici, neo-neorealisti e post-felliniani. La nostra autorappresentazione, soprattutto quella esportata ovunque nel mondo, è ancora fortemente legata a quell’immaginario lì. Il miracolo – esordio televisivo dello scrittore Niccolò Ammaniti, in onda su Sky Atlantic – comincia da un mito tutto nostro: la madonnina che piange sangue. Ancora. Basta. E invece resti lì a guardare. E pensi che è una delle cose meno italiane che hai visto in Italia di recente.

Non solo le lacrime sante (forse), c’è di più. La statuina viene ritrovata nel covo di un boss della ’ndrangheta. La religione e la mafia. Le processioni e le piazze di spaccio. Ecco quello che siamo, ancora, per sempre. I prologhi di tutte le puntate della serie (regia di Ammaniti insieme a Francesco Munzi e Lucio Pellegrini) sono ambientati in Calabria, tra le pieghe dell’ennesimo clan della mala. Eppure, anche lì, pare esserci uno scarto. Ormai non si sente più, perché tutti hanno scoperto che Milano è bella davvero. Fino a qualche anno fa però si diceva spesso, davanti a scorci urbani imprevisti: «Non sembra di essere a Milano». Ecco, oggi con le serie si dice: «Non sembra una roba italiana». Nel Miracolo ci sono la Madonna e la Mafia. E però, pensi, potrebbe essere una produzione francese, o più nordica ancora. Danese, svedese. Quelle cose che vediamo e pensiamo: «Perché non lo facciamo anche noi? Ci vuole tanto?». Forse ora è possibile.

Sarà che il centro del racconto è un personaggio molto italiano e poco italiano, e cioè tale Fabrizio Pietromarchi (interpretato da Guido Caprino), il Presidente del Consiglio preso da un dilemma morale e politico: il Paese deve sapere della madonnina piangente oppure no? Non porterà solo disordine sociale? Lo scenario è realisticamente distopico (ma dai): c’è in ballo un referendum per l’uscita dall’euro, una vigilia di Brexit nostrana, se ci metti pure la fregola mistica la nazione non può che implodere. Pietromarchi è poco italiano, pare un Emmanuel Macron però senza il sorriso da bambino Kinder. Si direbbe di centrosinistra: il personaggio di Alba Rohrwacher dice di averlo votato, ed è una ricercatrice di laboratorio (oddio, oggi come oggi potrebbe essere più facilmente grillina). Pietromarchi ha la barba, dunque non può essere un nuovo berlusconiano, però non pare neanche un leghista hipster alla Salvini. Ha una moglie pochissimo corrispondente all’idea di first lady italiana, una snob milanese tutta carne certificata e bambini sbolognati alla tata russa: Eataly e scuole private, dev’essere per forza del Partito Democratico. Soprattutto, Pietromarchi è bello. «Non sembra di essere in Italia», ecco.

Questi sono i contorni e dentro c’è tutta la collezione di figurine che t’aspetti: il prete corrotto, la fanatica dell’oratorio, lo scienziato che però ha fede, la ragazza di strada. E il marchio di fabbrica della serialità made in Sky. Diceva un’amica: è sempre tutto così plumbeo, così cupo, mai un raggio di sole, ormai è manierismo. È, soprattutto, una forma di riconoscibilità immediata. E di nuova egemonia, perché adesso anche le fiction Rai c’hanno questi colori lividi, pure a Napoli il cielo è sempre coperto. Un’altra amica: «Ormai girano pure Un posto al sole come se fosse Gomorra».

Poi c’è un altro fatto. In un Paese in cui si va al cinema sempre meno e si comprano sempre meno libri, il surrogato futuro potrebbe essere la buona televisione. Dopo Roberto Saviano, ecco Niccolò Ammaniti che si mette a fare lo sceneggiatore e il regista di un soggetto che – forse, chissà – anni fa sarebbe stato semplicemente un romanzo. Direte voi: Saviano e Ammaniti sono tra quelli che i libri continuano a venderli, nonostante tutto. Direte anche: il pubblico di Sky non è esattamente quello di Don Matteo, al cinema ogni tanto ci va ancora, qualche libro ogni tanto se lo compra ancora. Può darsi. Certo è che pure in Italia la forma dell’audiovisivo cambia, si trasforma. Oggi negli Stati Uniti – faccio un esempio a caso – Nicole Kidman vince premi a nastro come attrice di piccolo e non più di grande schermo, anche qui da noi i confini si confondono, chi era di là passa di qua, chi scrive adesso dirige, è un unico storytelling, un grande racconto di nicchia e popolare, per pochi e per tutti. Pure Paolo Sorrentino, al cinema, ha diviso Loro in due parti. Il film non sta andando benissimo nelle sale, nonostante l’attesa, nonostante Berlusconi (domanda tra parentesi: o forse di Berlusconi non frega davvero più niente a nessuno?). Se Loro fosse stato una serie, il pubblico di oggi l’avrebbe capito di più. Tutti, forse, avrebbero detto: «Non sembra neanche una roba italiana».

Articoli Suggeriti
di Studio
Questo fine settimana Rivista Studio sarà al Mag To Mag per parlare di cultura pop

Come si costruisce un ecosistema editoriale che sfida le convenzioni e racconta la contemporaneità? Ne parlano Valentina Ardia, editor in chief, e Cristiano de Majo, direttore esecutivo, domenica 14 settembre, ore 12.

Ad Antonio Capuano non importa nulla di essere finalmente considerato un maestro

All'82esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha presentato il suo nuovo film, L’isola di Andrea. Lo abbiamo incontrato e con lui abbiamo parlato di provini, di nuotate e di amore.

Leggi anche ↓
di Studio
Questo fine settimana Rivista Studio sarà al Mag To Mag per parlare di cultura pop

Come si costruisce un ecosistema editoriale che sfida le convenzioni e racconta la contemporaneità? Ne parlano Valentina Ardia, editor in chief, e Cristiano de Majo, direttore esecutivo, domenica 14 settembre, ore 12.

Ad Antonio Capuano non importa nulla di essere finalmente considerato un maestro

All'82esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha presentato il suo nuovo film, L’isola di Andrea. Lo abbiamo incontrato e con lui abbiamo parlato di provini, di nuotate e di amore.

Mieko Kawakami, una scrittrice giapponese contro la letteratura giapponese

Nei suoi libri si oppone a quell'idea di letteratura giapponese “stramba e misteriosa” che tanto successo ha riscosso negli anni. Di questo e di povertà, di stranezze, di suo marito e di litigi con Murakami Haruki abbiamo parlato con lei, durante il Festivaletteratura di Mantova.

È uscito il primo trailer di Nouvelle Vague, il film in cui Richard Linklater racconta Jean-Luc Godard che gira Fino all’ultimo respiro

E che potremo vedere in streaming su Netflix, dove sarà disponibile dal 14 novembre.

La commedia romantica è morta di nuovo e stavolta l’ha uccisa Celine Song con Material Love

Il nuovo film della regista di Past Lives era atteso come il rinascimento della romcom. Vedendolo, invece, si capisce che le romcom forse non torneranno mai perché non c'è più nessuno che sappia farle.

OpenAI vuole portare il suo primo film animato fatto tutto con l’intelligenza artificiale al prossimo Festival di Cannes

Si intitola Critterz, è già in corso di realizzazione, ma il progetto di presentarlo a Cannes appare molto difficile.