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02:27 domenica 4 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il Jerusalem Post e il diritto di replica

29 Agosto 2011

Oggi il Jerusalem Post, storico quotidiano israeliano in lingua inglese (c’era già ai tempi del Mandato britannico, allora si chiamava Palestine Post) ha licenziato una delle sue storiche firme: Larry Derfner, classe 1951, reo di avere scritto un editoriale che ha fatto infuriare molti lettori, prevalentemente conservatori.

Il testo integrale dell’articolo, intitolato The awful, necessary truth about Palestinian terror, lo potete leggere qui ed è stato rimosso sia dal sito del JPost sia dal blog personale dall’autore dopo l’ondata di critiche. Riassumendo la tesi dell’autore è questa: una vulgata assai diffusa tra la sinistra mainstream israeliana sostiene che A) l’occupazione dei Territori palestinesi è feroce e ingiustificabile ma che B) il terrorismo palestinese è altrettanto ingiustificabile. Questa vulgata, sostiene l’autore, non regge perché se è vero che l’occupazione dei Territori opprime i palestinesi allora non si può dire che il terrorismo è del tutto ingiustificabile, ovvero A e B sono due assiomi che si escludono a vicenda.

Tesi discutibile e che ha fatto comprensibilmente adirare molti lettori del JPost. Derfner ha postato una rettifica sul suo blog, ma il giornale si è rifiutato di pubblicarla e l’ha licenziato in tronco.

Ora, qui nessuno ha intenzione di difendere l’articolo di Derfner. E, francamente, neppure di criticare la decisione di licenziarlo da parte del Jerusalem Post.

L’unica cosa da difendere è il diritto di replica. Un grande quotidiano come il Jerusalem Post avrebbe se non altro dovuto dare al giornalista l’occasione di difendersi dalle critiche con un’ultima column. E, a onore dell’autore, va detto che sul suo blog lo stesso Derfner non ha scritto il solito piagnisteo da “libero giornalista licenziato,” ma si è limitato a rivendicare questo, il diritto di replica.

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