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I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
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Si può usare il crowdfunding per investire nell’arte?

Housers, il primo portale di crowdfunding immobiliare, rilancia la sfida e punta alla democratizzazione di un altro mercato.

di Studio
27 Marzo 2018

Fino a poco tempo fa investire negli immobili era considerata un’attività per pochi. Poi è arrivata Housers, il primo portale di crowdfunding immobiliare. Investimento minimo di cinquanta euro, iscrizione gratis e possibilità di investire in immobili in Spagna, Portogallo e Italia. «Democratizzare il mercato immobiliare» la mission dichiarata. Quest’anno la società rilancia la sfida con un progetto che punta a un’altra democratizzazione, questa volta del del mercato dell’arte.

Nata nel 2015 a Madrid, Housers è il frutto dell’idea di combinare il mercato immobiliare con la tecnologia. Basta visitare il sito della società per rendersene conto: investire è semplice e intuitivo, sembra quasi un gioco. Ma, a giudicare dai dati, si tratta di un gioco abbastanza serio: oggi Housers raccoglie un pubblico di circa 80.000 utenti provenienti da oltre 120 nazionalità e il rendimento medio annuo dichiarato dalla società oscilla tra il 7,5 e il 14,5 per cento. Per investire basta iscriversi alla piattaforma e consultare gli immobili a disposizione: si può decidere liberamente dove, quando e come contribuire, costruire il proprio portafoglio e ottenere i rendimenti redistribuiti dall’affitto o dalla vendita dell’immobile.

È a partire da quest’anno che Housers ha iniziato a diversificare le sue proposte, sperimentando nuove possibilità d’investimento. Con il nuovo progetto di investimento nell’arte, chiunque può improvvisarsi collezionista e puntare sul futuro di un artista, in questo caso lo spagnolo Secundino Hernández. Nato a Madrid nel 1975, negli ultimi mesi Hernández ha fatto incetta di riconoscimenti. A febbraio ha vinto il Premio d’Arte Catalina D’Anglade (organizzato nell’ambito di ARCO, la fiera di arte contemporanea di Madrid) con una grande opera pittorica realizzata nel 2017, Senza Titolo. Nello stesso mese ha inaugurato una mostra personale al Centro di arte contemporanea di Málaga (CAC), mentre a marzo ha esposto un ciclo di nuove opere alla galleria d’arte Bärbel Grässlin di Francoforte. Ad aprile i suoi dipinti saranno al museo Kunsthalle di Helsinki e le sue prossime mostre saranno a New York, Berlino, Basilea e Hong Kong.

Se i grandi quadri astratti di Secundino Hernández ricevono tanto apprezzamento è sicuramente grazie alla loro vitalità e versatilità. I segni pittorici che si muovono liberi e spontanei lungo le grandi tele, come seguendo una loro musicalità interna, fanno pensare a Mirò e Kandinsky, ma anche all’energica gestualità di Jackson Pollock. Per realizzarli Hernandez utilizza una varietà di tecniche tra cui il lavaggio, la raschiatura e l’intervento diretto con tubi di vernice. Si costruisce da solo i  telai e inventa nuovi strumenti: punte di metallo affilate che si adattano ai tubi, pinze per lavorare sul non verniciato e un’idropulitrice per trattare i tessuti con acqua pressurizzata. Ma una volta che l’aspirante investitore decide di puntare sui quadri di Hernández, come dovrebbe procedere?

In breve, funziona così: si concede un prestito a un promotore che si occupa dell’acquisto e della gestione economica di un quadro dell’artista. Il potenziale dell’opera – dettaglio importante – non riguarda soltanto la vendita ma anche l’affitto a uffici di professionisti, società ed eventi. Sarà quindi compito del promotore (consigliato da uno specialista degli investimenti in arte) strutturare una strategia di commercializzazione. Il rendimento stimato totale per l’utente investitore (messa a reddito dell’opera + vendita) è del 11,56% in 24 mesi.

Studio x Housers

Foto: Secundino Hernández con la designer di gioielli Catalina D’Anglade


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