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Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo verrà finalmente tradotto in inglese

L’anno si è aperto – era il 30 gennaio – con la sorpresa dell’inedito di Stefano D’Arrigo in fase di pubblicazione da parte di Rizzoli: Il compratore di anime morte, libera riscrittura del quasi omonimo capolavoro di Gogol’ ma con ambientazione spostata negli ultimi giorni del regno borbonico prima dello sbarco di Garibaldi, è uscito infatti il 30 gennaio. Ora, a pochi giorni dalla fine dell’estate, ecco un’altra sorpresa per quei nerdoni editoriali che sono i fan sfegatati di Horcynus Orca: il capolavoro di D’Arrigo verrà tradotto in lingua inglese da Max Lawton con l’aiuto di Francesco Pacifico.

Uscirà per l’editore Deep Vellum nel 2029 (sarà un lavoraccio e lo sanno bene), ed è stato annunciato in questi giorni. Horcynus Orca è un romanzo di 1275 pagine che D’Arrigo iniziò verso la fine degli anni Cinquanta. È il suo debutto: non aveva pubblicato niente ancora. Doveva uscire nel 1961 per Mondadori, ma venne poi riviato di anno in anno. Arnoldo Mondadori in persona, in una lettera a D’Arrigo del 1971, aveva ricordato a D’Arrigo che le scadenze incombevano e che ci sarebbe stato un manoscritto da consegnare. Ma intanto elogiava l’opera definendola «potentemente articolata, suggestiva e di un’ampiezza di respiro assolutamente insolita». D’Arrigo, però, ha continuato a prendersela comoda e a bucare tutte le deadline. Ci ha messo quattordici anni a finire il manoscritto, che è uscito nel febbraio 1975. Di cosa parla? Del ritorno a Cariddi di un marinaio siciliano dopo l’8 settembre, scritta in una lingua ibrida che mischia italiano letterario, la parlata popolare dei pescatori siciliani e un linguaggio creato dall’autore. Vendette oltre centomila copie e venne subito paragonato all’Ulisse di Joyce. Per tutti questi motivi, è sempre stato considerato intraducibile. L’impresa è però riuscita a Moshe Kahn, il “traduttore degli intraducibili”, in lingua tedesca, e a ottobre 2023 è uscito anche in lingua francese: merito di Antonio Werli e Monique Baccelli che l’hanno tradotto per Le Nouvel Attila.

Come racconta Lorenzo Camerini in questo articolo sull’inedito uscito a inizio 2024, Stefano D’Arrigo nasce in provincia di Messina nel 1919, ed è figlio della tenutaria di un bordello sullo Stretto. Si trasferisce a Roma dopo la guerra per iniziare a scrivere professionalmente, e pubblica la sua prima raccolta di poesie, Codice siciliano, nel 1957. Qui fa amicizia con Guttuso, siciliano espatriato come lui. D’Arrigo verrà anche ritratto da Guttuso in una tela nei panni di un garibaldino. Deep Vellum è un editore statunitense nato nel 2013. Dice di essere «the largest publisher of literature in translation in the US». Si intende molto di opere difficilissime da tradurre: in passato, dall’italiano, ha già portato negli Stati Uniti la Trilogia di Antonio Moresco.