Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone
L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Una fotografia postata e poi cancellata, l’indignazione degli utenti turchi prima e di quelli italiani poi e, nel mezzo, una delle opere più politiche di Zerocalcare: l’innocente foto ricordo con Hideo Kojima al Lucca Comics & Games dell’artista italiano si è trasformata in un piccolo incidente diplomatico tra Italia, Turchia e Giappone.
A ricostruire i fatti – e smentire le tantissime bufale circolate in questi giorni sui social – ci ha pensato lo stesso Michele Rech, con uno dei suoi reel a fumetti postato sul Instagram. Stando a quello che racconta Zerocalcare, lui e Kojima si sono incontrati dietro invito dei rispettivi uffici stampa durante il Lucca Comics, evento di cui Kojima era uno degli ospiti più attesi. Dopo i saluti e uno scambio di regali (una copia dell’edizione giapponese di Kobane Calling e uno schizzo di Zerocalcare che ritraeva Kojima), fumettista e game designer hanno posato per uno foto insieme. Nello scatto il designer giapponese tiene in mano una copia dell’edizione giapponese di Kobane Calling.
È proprio la presenza del libro nella foto poi postata da Kojima sul suo profilo X ha scatenato la rabbia degli utenti turchi. Kobane Calling infatti è un reportage a fumetti in cui Zerocalcare racconta la resistenza curda al confine siriano, durante i mesi in cui quest’ultima combatteva contro l’avanzata dell’Isis. Per una parte dell’opinione pubblica turca, però, si tratta di un fumetto che inciterebbe al terrorismo, dato che per il governo turco il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) è un’organizzazione terroristica. A poche ore dal post, i commenti sotto gli account di Kojima da parte di utenti e fan turchi si fanno estremamente polemici e aggressivi: «Hai incontrato un terrorista?» gli scrivono, con prevedibile corollario di minacce di morte e violenze varie riportate da Open.

La foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics, poi rimossa dai profili social del game designer giapponese
Qualche ora dopo averla postata, Kojima decide di cancellare il post con la foto con Reich, senza rilasciare dichiarazioni in merito all’accaduto. Secondo i media turchi, Kojima si sarebbe reso conto di essersi ritrovato suo malgrado in una polemica troppo seria e grave, accusato dai commentatori di essere addirittura un simpatizzante di organizzazioni terroristiche. Da qui, dunque, la decisione di rimuovere il post. L’improvvisa rimozione del post, per di più senza spiegazioni, ha scatenato però un’altra polemica, questa volta in Italia, dove per giorni ci si è chiesto per quale motivo Kojima avesse rimosso la foto (gli sta antipatico Zerocalcare perché ha scoperto che è di sinistra? Che è pro Pal? Che è romano?).
A difesa di Kojima è quindi intervenuto Zerocalcare, sottolineando che il fumetto in questione è finito nello scatto per caso e la foto non è certo un endorsement da parte del designer. La decisione di posare mettendo in bella vista la copia di Kobane Calling sarebbe venuta proprio da Kojima: «Il mio editore mi ha detto di portagli l’edizione giapponese di Kobane Calling. Io gli ho chiesto una foto per cortesia, ma il libro l’ha alzato lui» ha spiegato il fumettista. Kojima, dunque, avrebbe fatto un gesto di cortesia, di riconoscenza per il regalo ricevuto, senza essere a conoscenza del contenuto del fumetto. Da grande appassionato di videogiochi qual è, Zerocalcare però ha ricordato un dettaglio che forse può aiutare a dirimere la questione: in Metal Gear Solid il personaggio di Sniper Wolf dichiarava di essere curda, « nata su un campo di battaglia», raccontando una drammatica infanzia tra bombe e morte.
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.