Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.
Anche Glastonbury ha un problema di overtourism
Per evitare di chiudere alcuni palchi per sovraffollamento, quest’anno gli organizzatori venderanno meno biglietti.

Più spazi verdi e alberi, meno spettatori paganti: questo è il piano degli organizzatori del festival musicale di Glastonbury, appuntamento irrinunciabile per gli amanti della musica nel Regno Unito, noto (famigerato?) per le incredibili folle che riesce a radunare ogni anno. Nel 2024 la calca creatasi anche sotto i palchi più piccoli aveva portato gli organizzatori a chiudere alcune aree, suscitando molti interrogativi sulla sicurezza dell’evento. Per il 2025 dunque si è deciso di tagliare qualche migliaio di biglietti, per rendere più vivibile la situazione nelle grandi aree di prato che, calpestate per giorni da migliaia di spettatori, si trasformano spesso in trappole di fango.
Gli organizzatori, dita incrociate, hanno spiegato al Guardian: «Sarà interessante vedere come questo influirà sulle dinamiche all’interno del sito e capire se qualche migliaio di persone in meno potrà fare la differenza nei momenti più affollati». Non che il festival sia rimasto a guardare, anzi: per aumentare la vivibilità degli spazi sono state ampliate le aree verdi. Inoltre è stata affittata una nuova porzione di terreno che verrà dedicata all’ingente staff necessario a tenere in piedi un evento che conta oltre duecentomila presenze ogni anno e che spesso porta artisti di fama globale su palchi relativamente piccoli, consentendo ai fan un incontro ravvicinato altrove impossibile.
Nel cartellone di quest’anno ci sono i The 1975, Neil Young, Olivia Rodrigo, Doechii, Raye, i famigerati Kneecap e Rod Stewart, ma parte del programma è ancora top secret, nonostante l’evento sia previsto dal 25 al 29 giugno. Il che non ha impedito a una prima tranche di biglietti di andare sold out in mezz’ora.

Pubblicato nel 2000, acclamato, dimenticato, ripubblicato e riscoperto nel 2016, inserito tra i 100 migliori romanzi del XXI secolo dal New York Times, L'ultimo samurai è asceso allo status di classico nonostante una travagliatissima storia editoriale.