Bullettin ↓
11:54 sabato 21 giugno 2025
Sia Israele che l’Iran hanno già messo al sicuro il loro patrimonio artistico Il problema è quella parte del patrimonio dei due Paesi che non può essere spostata. Solo in Iran ci sono 28 siti Unesco impossibili da proteggere.
Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.
Il sindaco di Budapest ha detto che il Pride in città si farà nonostante il divieto di Orbán «Il Municipio di Budapest organizzerà il Budapest Pride il 28 giugno come evento cittadino. Punto», le sue parole.
Francis Kaufmann/Rexal Ford ha ricevuto quasi un milione di euro dal Ministero della Cultura per girare un film che non ha mai girato Lo ha rivelato un'inchiesta di Open: l'uomo è riuscito ad accedere ai fondi del tax credit, senza mai girare nemmeno una scena.
Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.

“Il Giardino delle delizie” è il dipinto dell’era dei social, secondo Dazed & Confused

23 Gennaio 2020

Ha il suo account Twitter – @boschbot – e i suoi meme a tema, tanto da essere ormai diventato una sorta di paradigma attraverso cui interpretare la realtà che ci circonda. Parliamo di una delle opere più conosciute di Hieronymous Bosch, il “Trittico del Giardino delle delizie”, che oggi su internet vive quasi una seconda vita (c’è addirittura chi ci ha visto Donald Trump). Un processo di rinnovata popolarità simile a quello che è accaduto alle dolci fanciulle dei Preraffaelliti, che spopolano su Instagram e hanno anche ispirato più di una campagna pubblicitaria di Gucci.

Ma il “Giardino” dipinto dal pittore fiammingo tra il 1480 e il 1490 sembra però occupare una posizione diversa nell’immaginario collettivo (non viene citato perché è una celebrazione della bellezza, insomma) e si è ritagliato uno spazio di rilevanza digitale che, come ha provato a spiegare Jessica Heron-Langton su Dazed & Confused, ha molto a che fare con l’attuale situazione politica ed economica. Secondo l’autrice, infatti, il “Giardino” si muove più o meno nello stesso territorio delle “cursed images” molto popolari negli anni Dieci, ovvero quelle foto che ritraevano momenti assurdi eppure in qualche modo plausibili di vita quotidiana, come un pollo buttato in mezzo alla strada oppure una rana che trasporta una cipolla.

Allo stesso modo, le bizzarre scene dipinte da Bosch – uomini nudi che cavalcano pesci o che trasportano frutti dalle proporzioni smisurate, coppie nude intrappolate in una bolla – funzionano ancora oggi da metafora di un momento storico confuso e decadente, carico di una violenza in potenza che ricorda molto il periodo in cui l’opera fu concepita. «Bosch dipinse il “Giardino” quando il capitalismo si affacciava per la prima volta in Europa. L’opera cattura le paure delle persone, legate ai peccati umani come l’avidità, ed è allo stesso tempo una riflessione sugli sconvolgimenti politici del tempo. Era un avvertimento contro la corruzione, un dipinto pensato per essere compreso da tutti», scrive l’autrice. Un avvertimento che sembra risuonare oggi che «il capitalismo è entrato in nuove fasi di dominio in cui le lacune di disuguaglianza sembrano allargarsi quasi ogni giorno», conclude.

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