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15:53 venerdì 22 agosto 2025
L’organizzazione che monitora la sicurezza alimentare nel mondo ha confermato per la prima volta che a Gaza c’è una carestia Secondo l'Integrated Food Security Phase Classification, organizzazione alla quale si affida anche l'Onu, a Gaza la situazione è di Carestia/Catastrofe umanitaria.
Il nuovo trailer del Mostro conferma che la serie di Stefano Sollima è uno dei titoli imperdibili della Mostra del cinema di Venezia Dopo la prima a Venezia sarà disponibile su Netflix a partire dal 22 ottobre.
L’ultimo film della saga di Mission: Impossible è stato trasmesso gratuitamente su YouTube, ma ha potuto “vederlo” solo chi conosce l’alfabeto Morse E il pubblico sembra aver molto apprezzato l'iniziativa, a giudicare dai commenti che si leggono su YouTube.
A Maiorca quest’anno ci sono molti meno turisti a causa delle proteste contro l’overtourism Addirittura il 40 per cento in meno rispetto al 2024, secondo gli allarmatissimi balneari, ristoratori e albergatori locali.
Un sacco di gente è andata a vedere un concerto di Justin Bieber a Las Vegas senza accorgersi che sul palco non c’era lui ma un sosia Ci è voluta una canzone intera (una non eccellente interpretazione di "Sorry") prima che qualcuno cominciasse a sospettare.
È uscito il primo trailer di Good Boy, l’horror raccontato dal punto di vista di un cane Chi il film l'ha già visto dice che è bellissimo e che il protagonista, il cane Indy, meriterebbe un premio per la sua interpretazione.
È stato sgomberato il centro sociale Leoncavallo di Milano La polizia è entrata questa mattina alle 7:30, l'operazione verrà completata oggi, dopo più di 30 anni di contenziosi e 133 rinvii.
I Paesi africani chiedono (per l’ennesima volta) di cambiare la mappa del mondo perché in quella attuale l’Africa è troppo piccola Le 55 nazioni dell'Unione africana vogliono cestinare la mappa di Mercatore, vecchia di secoli, e sostituirla con una più moderna e realistica.

Parte di una collezione di Francis Bacon alla Tate potrebbe essere falsa

27 Settembre 2021

«La mano, o le mani, artefici dei segni sulla tela potrebbero non essere di Francis Bacon in misura sostanziale». Questa è la conclusione incriminante di un curatore della Tate, citato dal Fondo Francis Bacon, dopo l’analisi sull’Archivio Barry Joule (BJA), che comprende l’insieme di pezzi che l’amico dell’artista, Barry Joule, donò nel 2004 al museo londinese. Il parere del curatore è apparso in un libro intitolato Francis Bacon: Shadows, in cui, da un’altra esperta, viene analizzata la collezione in questione. L’ archivista Sophie Pretorius che ha redatto il capitolo dedicatovi infatti non ha dubbi: «Nonostante il lavoro di Bacon non sia facile da imitare, la storia delle opere di Joule è piena di esagerazioni». Secondo lei servirebbe a questo punto «un pronunciamento più diretto oltre al mio, che indichi che alcuni segni rinvenibili nelle tele e nei disegni della collezione non assomigliano a quelli attribuiti a Bacon». Sarebbero parecchie le discrepanze e le incongruenze: tra le principali, la presenza di numerose opere realizzate a carboncino, tecnica mai utilizzata da Bacon altrove. Incriminante è anche il fatto che la grafia di alcune note legate alla collezione sarebbe molto simile a quella di Joule nel carteggio con l’amico, e non a quella dell’artista.

Interpellato dal Guardian, Joule si è detto furioso e pronto ad azioni legali. La diatriba tra il Fondo Francis Bacon e Joule è comunque cosa nota: nel 1998 l’Archivio che ora è in possesso della Tate era già stato richiesto dal Fondo stesso per il Bacon Study Center presso la Hugh Lane Gallery, a Dublino, per alcune ricerche. Qualche dubbio, insomma, c’è da tempo tanto che la collezione di Joule, amico di Bacon dal 1978 sino alla morte dell’artista nel 1992, nonostante sia ritenuta uno dei lasciti più generosi al museo (con 1.200 schizzi, fotografie e documenti per un valore stimato di 20 milioni di sterline) non è mai stata esposta.  Per quanto riguarda la nuova ipotesi relativa a una presenza di falsi, sempre interpellato dal Guardian,  un altro portavoce della Tate ha dichiarato senza sbilanciarsi che: «La collezione è stata acquisita ed è stata conservata e studiata. Il lavoro di Sophie Pretorius, per conto del Fondo Francis Bacon, ha portato avanti questi studi e accogliamo sempre con favore la ricerca che aiuta a gettare nuova luce su qualsiasi materiale in nostro possesso». 

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