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L’Eurovision sta diventando un problema di sicurezza nazionale per la Svezia

L’Eurovision non è più quel momento divertente in cui vedere Mahmood conquistare le classifiche di tutta Europa, o semmai qualche polemica bigotta sulla barba di una cantante, ma un caso politico e di sicurezza nazionale per la Svezia. Le finali di quest’anno si terranno a Malmö, una città di 360 mila abitanti, che si troverà ad accogliere circa un terzo della sua popolazione in turisti arrivati per la manifestazione canora.

Già a settembre 2023 c’erano stati disordini pubblici quando due attivisti anti-religiosi iracheni, Salwan Momika e Salwan Najem, avevano bruciato diverse copie del Corano in piazza. «Il livello di minaccia è alto», ha detto Petra Stenkula, la “Polismästare”, capa della polizia della città. Proprio in seguito ai roghi del Corano e alle conseguenti minacce di diversi gruppi radicali, il livello di allerta terroristica è stato alzato al punto quattro, su cinque disponibili. Anche per questo, durante l’Eurovision, la polizia svedese si coordinerà attivamente con i colleghi danesi e norvegesi.

Ovviamente il grosso del casino sarà per la partecipazione di Israele al contest: l’ente che organizza Eurovision, l’Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu) aveva inizialmente bocciato le canzoni del Paese – entrambe quelle proposte. La prima, intitolata “October Rain”, della cantane russo-israeliana Eden Golan, sarebbe stata ritenuta non in linea con il regolamento che prevede che le canzoni in gara non abbiano nessun significato politico. Alcuni versi in ebraico della canzone, che recitano «There’s no air left to breathe / There is no place for me» e «They were all good children, each one of them», sono stati interpretati come riferimenti all’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Ma l’Ebu aveva respinto anche la seconda proposta di Israele, una canzone intitolata “Dance Forever”, anch’essa giudicata non consona per via dei riferimenti nel testo alle vittime, sempre del 7 ottobre, del festival musicale Supernova. Alla fine “October Rain” è stata ri-ammessa, con un testo modificato rispetto all’originale.

Ma il 3 maggio, proprio in pieno Eurovision, ci sarà probabilmente la più problematica delle “manifestazioni”: la polizia ha infatti detto di aver ricevuto una richiesta (un’application) per poter bruciare altri Corani. Esatto: in Svezia si può chiedere alla polizia di essere autorizzati a farlo su suolo pubblico, con tutta la sua pratica burocratica, perché non ci sono leggi anti-blasfemia. Se sembra assurdo, è perché probabilmente lo è. Non è stata ancora presa nessuna decisione sull’application, né in senso positivo né in senso negativo.