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Le sculture fotografiche di Elisa Sighicelli a Villa Pignatelli

Dal 29 maggio al 22 settembre la mostra Storie di Pietròfori e Rasomanti presenta trentacinque opere dell'artista torinese classe 1968.

Inaugura mercoledì 29 maggio alle 18 al Museo Pignatelli la mostra di Elisa Sighicelli Storie di Pietròfori e Rasomanti. L’esposizione, curata da Denise Maria Pagano, è promossa dal Polo Museale della Campania diretto da Anna Imponente e da Incontri Internazionali d’Arte. Il Museo Pignatelli è tra le rarissime case-museo di Napoli e si connota dal 2010 anche come Villa Pignatelli-Casa della fotografia: uno spazio aperto e qualificato ad accogliere manifestazioni, eventi e incontri che favoriscano il confronto sui temi della fotografia come espressione culturale, promuovendo la riscoperta di un patrimonio storico ancora poco noto, la conoscenza di autori e tendenze della fotografia contemporanea a livello internazionale.

Nata a Torino nel 1968, Elisa Sighicelli ha studiato arte a Londra dove ha vissuto per diciassette anni. Ha esposto alla Gagosian Gallery di Londra, Los Angeles, New York e Ginevra. A Londra ha esposto inoltre con MOT International e Laure Genillard Gallery. In Italia con Gió Marconi a Milano e Guido Carbone a Torino.

Untitled (9355), 2018, fotografia stampata su vetro
Untitled (6928), 2018, stampa UV su travertino
Untitled (7056), 2018, stampa UV su travertino

Le fotografie di Storie di Pietròfori e Rasomanti costituiscono il secondo episodio di quella che Sighicelli definisce la “trilogia sugli spazi”, dopo Palazzo Madama a Torino e prima dell’intervento al Castello di Rivoli su Villa Cerruti. «Un terzetto di perlustrazioni», si legge nel testo che accompagna la mostra, «che mirano a pensare l’architettura come la “quarta parete” della fotografia, ossia un modo di mettere in questione i limiti del mettere in scena le immagini nello spazio costruito. E la quarta parete, come l’ape fantasma di Emily Dickinson, punge sempre e sempre va affrontata, anche se non si fa trovare con facilità. Le trentacinque opere, quasi interamente realizzate per l’occasione, si dispiegano lungo otto sale della villa e sono tutte accomunate dal ruolo della fotografia come materiale, prima che come medium. (…) Ogni opera sembra intessuta della materia che rappresenta, ma l’occhio non deve farsi tradire dai sensi: sono tutte, invariabilmente, fotografie». Una parte della mostra è incentrata su fotografie della collezione di Villa Pignatelli e della sua architettura. Altri lavori, invece, provengono da luoghi cruciali della città, dal Museo Archeologico a Villa Floridiana, fino alla chiesa del Gesù Nuovo.