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L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.

La battaglia per il cuore dell’Europa è iniziata

I risultati delle elezioni parlano dell’ondata delle destre populiste e di cosa sta succedendo all’interno delle sinistre.

27 Maggio 2019

Chi si aspettava un messaggio univoco, un singolo trend, rimarrà deluso: da queste elezioni europee non è uscita una sola storia. Le storie sono tante, ma, messe tutte insieme, dicono che c’è una battaglia per il cuore dell’Europa, che questa battaglia la si sta combattendo adesso e che non c’è nulla di scritto. Dicono che l’ondata delle destre populiste c’è stata, eccome se c’è stata, ma anche che quell’aura di inevitabilità che la circondava era malriposta. E dicono, forse, anche qualcosa su cosa sta succedendo all’interno delle sinistre europee.

Le singole storie, si diceva. Una, la più attesa, è quella dei sovranisti, che sono diventati il primo partito in Gran Bretagna, Francia, Italia, e che nel Parlamento europeo crescono ma non si avvicinano neppure lontanamente a una maggioranza. Un’altra storia è la sinistra che risorge in Spagna e Olanda. È una storia il Partito democratico che in Italia supera di tre punti e mezzo i Cinquestelle. Sono una storia i Verdi in Germania, diventati vera alternativa alla CDU (e, si spera, un contenimento all’Afd). È una storia Farage che stravince in Gran Bretagna, con i LibDem secondo partito e Corbyn che perde il dieci per cento (i Tory, poveretti, manco li menzioniamo, tanto chi se li fila più). La tramvata di Tsipras in Grecia è una storia bella grossa pure quella. Orbàn è, più che una storia, un déja vu inquietante, perché possiamo ripeterci che è nel PPE, che è sempre meglio lui di Jobbik, ma la verità è che c’è un’involuzione autoritaria destinata a durare almeno nel medio periodo.

L’Austria, poi, meriterebbe un discorso a parte, che non riguarda solo il voto: c’era un partito di destra moderata, o semi-moderata, alleato con un’estrema destra di quelle che fanno paura; poi l’estrema destra, che aveva il ministero degli Interni, ha mandato la polizia a fare un raid a sorpresa, in stile notte di lunghi coltelli, contro i servizi di sicurezza; e a quel punto qualcuno si è reso conto che questi erano, guarda un po’, pericolosi e che forse era il caso di mandarli a casa, magari tirando fuori qualche dossier imbarazzante; e alla fine l’estrema destra è stata mandata a casa, prima chiedendo delle dimissioni importanti, poi con questo voto. Se vogliamo trovare una morale in tutte queste storie – operazione pericolosa, eh – la morale potrebbe essere che c’è una battaglia e che questa è ancora tutta da giocare. Vogliamo ancora un’Europa che sia veramente un’Europa unita, e non un’accozzaglia di piccole patrie? E crediamo ancora nella democrazia liberale? La battaglia principale, che si somma a molte altre, è questa. Di questo dovrebbe tenere conto anche, se non soprattutto, la sinistra.

È da un po’ che si discute sull’annosa questione di come può tornare a vincere la sinistra: andando a sinistra oppure andando al centro? Credo, sinceramente, che sia una questione mal posta. Perché a me sembra che la vera domanda, a sinistra, non è se dobbiamo essere più “liberal” o più “socialdemocratici”, ma se la sinistra, che sia liberal o socialdemocratica, ha qualcosa da guadagnare da certe tentazioni anti-europeiste e illiberali. La risposta è piuttosto evidente.

Le due sinistre che hanno preso grosse batoste in queste europee sono quella di Tsipras e quella di Corbyn, due sinistre anti-europeiste che hanno alcuni punti in comune con i Cinquestelle, che infatti hanno incassato un duro colpo pure loro, a cui si aggiunge l’irrilevanza di Mélenchon, passato dal 20 delle presidenziali al 6. Contemporaneamente, c’è stata una rinascita dei socialisti in Spagna e Olanda. La sinistra liberal è cresciuta esponenzialmente in Gran Bretagna e sta tenendo, seppure con qualche difficoltà, in Francia. Sempre in Francia, è crollata la sinistra populista. In Germania c’è stato l’exploit di un partito nettamente europeista che include al suo interno un’anima più socialdemocratica e un’altra più liberal (i Verdi, che hanno al loro interno eco-socialisti, eco-liberal e persino qualche eco-conservatore) e un discorso analogo si potrebbe fare per il PD in Italia (vedi Calenda, vedi Zingaretti). All’interno della sinistra, insomma, si sta replicando la battaglia più ampia all’interno dell’Europa, che non è tra destra e sinistra, ma tra la società aperta e i suoi nemici. La sinistra sovranista, chiamiamola così, a questo giro non è piaciuta. Anche perché, in fondo, non ha molto senso votarla. Perché votare l’imitazione “de sinistra” quando l’originale va così bene?

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