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17:38 domenica 21 dicembre 2025
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
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LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

La sinistra mondiale va così male che è riuscita a perdere le elezioni anche nella Bolivia socialista

Il Movimiento al Socialismo governava dal 2005, ma al primo turno è arrivato a malapena quarto. Al ballottaggio vanno un candidato di centro e uno di centrodestra.

18 Agosto 2025

Non succedeva da vent’anni, come riporta Al Jazeera: il prossimo Presidente della Bolivia non sarà un socialista e non apparterrà al MAS (Movimiento al Socialismo). Alla fine del primo turno delle elezioni, tenutosi il 18 agosto – già scrutinato il 91 per cento dei voti, quindi risultati ormai sicurissimi – la maggior parte delle preferenza l’ha avuta Rodrigo Paz, figlio dell’ex Presidente Jaime Paz, del Partido Demócrata Cristiano, votato dal 32,8 per cento degli elettori; al secondo posto c’è l’ex Presidente – pure lui – Jorge Quiroga, detto “Tuto”, leader della Alianza Libre, con il 26,4 per cento dei voti. Due candidati, rispettivamente, uno di centro e l’altro di centro destra.

E il candidato del MAS, che ha governato il Paese dal 2005 a oggi? È andato malissimo, come avrete intuito: Eduardo del Castillo ha ottenuto soltanto il 3 per cento dei voti. Un tantino meglio l’altro candidato “forte” della sinistra boliviana, Andronico Rodriguez della Alianza Popular, ex MAS, ex Presidente del Senato, arrivato al quarto posto, dietro il miliardario destrorso Samuel Doria Media, del Bloque de Unidad. Altra domandata che sarebbe legittimo porsi: ma che fine ha fatto Evo Morales, ex Presidente e leader storico del MAS? Non ha potuto candidarsi perché su di lui pende un mandato di arresto, è accusato di traffico di esseri umani e violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 15 anni, rimasta incinta in seguito alla violenza subita. Morales, ovviamente, sostiene che tutte le accuse e le indagini e i processi siano «politiche».

Nel frattempo, il suo partito, il Mas, è andato in frantumi perché, da un lato, lui ha invitato i suoi elettori ad astenersi in segno di protesta nei confronti di una tornata elettorale che considera illegittima, mentre dall’altro, altri esponenti del Mas, capeggiati dall’ex Presidente (pure lui) Luis Arce, gli si sono opposti, ritenendo che la cosa migliore per il partito e per il Paese fosse che Morales si facesse da parte. Arce, inizialmente, aveva anche annunciato la sua candidatura alle presidenziali, poi ritirata. Una scelta che, a questo punto, si può definire avveduta, visti i risultati ottenuti dal collega Castillo. Il 19 ottobre è previsto il ballottaggio, in seguito al quale scopriremo chi sarà il Presidente che si prenderà la responsabilità di risolvere la peggiore crisi economica attraversata dalla Bolivia negli ultimi 40 anni.

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