Maestro e attivista, Odeh Muhammad Hadalin aveva aiutato i registi del documentario premio Oscar a girare il loro film a Masafer Yatta.
Si sta indagando sulla misteriosa morte di molti elefanti in Africa

Come ha riportato il Guardian, nei mesi di maggio e giugno più di 350 elefanti sono morti nel delta dell’Okavango, in Botswana (nell’Africa sud occidentale). La cifra comprende individui di tutte le età ed entrambi i sessi: molti di loro, prima di morire, camminavano in cerchio per poi collassare all’improvviso. Tre mesi dopo, la maggior parte degli elefanti sopravvissuti è scappata: la scorsa settimana un aereo ha sorvolato l’area a nord-ovest del delta dove si è verificata la maggior parte dei decessi: sono stati avvistati otto elefanti, contro le centinaia che normalmente popolavano la zona.
Ora sembra che la stessa cosa stia succedendo in Zimbabwe (22 morti nel momento in cui è stato pubblicato l’articolo del Guardian). Non è ancora del tutto chiaro se ci sia un legame tra i due incidenti ma è molto probabile. Intanto si sono sviluppate diverse teorie. Le analisi condotte a partire dai campioni raccolti escludono l’avvelenamento e il bracconaggio, anche se i conflitti uomo-elefante sono comuni nel delta dell’Okavango, un’area agricola che ospita 15.000 elefanti e 16.000 persone. È importante però sottolineare che i ricercatori non hanno potuto visitare fisicamente il sito, e la maggior parte dei campioni sono stati raccolti da animali che avevano già iniziato a marcire. I campioni dovrebbero essere conservati in condizioni molto specifiche e trasportati rapidamente a laboratori internazionali con attrezzature adatte: iter che non è stato seguito, generando speculazioni sulle possibili cause. In ogni caso, dopo mesi di lavoro, gli scienziati hanno ridotto le probabili motivazioni a due teorie principali.
Secondo fonti locali, il 70 per cento degli elefanti nell’Okavango in Botswana è morto vicino a pozze d’acqua, molte delle quali contenevano fioriture di alghe blu-verdi. Le tossine delle alghe erano state inizialmente escluse come causa potenziale, essendo gli elefanti l’unica specie a morire. Ora gli esperti pensano che questi animali potrebbero essere più vulnerabili alle tossine della fioritura algale perché trascorrono così tanto tempo nell’acqua.
La seconda ipotesi coinvolge un virus dei roditori noto come EMC (encefalomiocardite). Secondo questa teoria, il fatto che le carcasse degli elefanti fossero vicine alle pozze d’acqua non significa che l’acqua sia stata la fonte del veleno: spesso gli animali malati cercano l’acqua perché hanno la febbre o sete. Quest’anno l’agricoltura dell’aera ha visto un raccolto eccezionale di mais e sorgo a causa delle piogge tardive dopo una serie di anni di siccità. Ciò potrebbe aver attirato famiglie di elefanti nei terreni coltivati. Un fatto che, collegato all’aumento dei roditori, che defecano e urinano sui ciuffi d’erba, potrebbe spiegare il modo in cui gli elefanti avrebbero contratto il virus.

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