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21:44 venerdì 14 novembre 2025
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.

I misogini violenti adesso hanno un candidato al Congresso

È Nathan Larson, un "incel" trentasettenne che si è presentato alle elezioni di novembre: «Il femminismo è il problema e lo stupro è la soluzione».

04 Giugno 2018

Dei cosiddetti “incel” si è iniziato a parlare in Italia dopo l’attentato di Toronto. Il termine deriva da “involuntary celibates”, a volte tradotto “involontariamente celibe” anche se in realtà indica quegli uomini costretti all’astinenza sessuale loro malgrado, e non gli scapoli che vorrebbero essere ammogliati. Letteralmente, dunque, gli “incel” sono gli uomini (etero) che vorrebbero avere una vita sessuale ma non ce l’hanno, e in effetti la parola fu coniata negli anni Novanta da una psicoterapeuta che voleva aiutare i maschi un po’ troppo timidi a migliorare i loro rapporti con l’altro sesso, però più recentemente ha assunto un significato molto più sinistro: gli “incel” sono gli uomini senza una vita sessuale che, per questo, odiano le donne di un odio virulento, proclamano di volerle uccidere e stuprare. È una cultura che vive soprattutto online, dove si interseca con l’alt-right, ma che ha prodotto danni, talvolta gravissimi, anche offline: era un “incel” dichiarato il terrorista che ha ucciso dieci persone a Toronto lo scorso aprile, e lo era anche il terrorista che ne ha uccise sette a Isla Vista, in California, nel 2014. La novità è che adesso il movimento “incel” ha anche un suo candidato: è Nathan Larson, un trentasettenne della Virginia che si è candidato da indipendente al Congresso degli Stati Uniti (si vota a novembre).

La candidatura di Larson, che vive a Charlottesville, la città divenuta celebre per la manifestazione neo-nazista dove è stata uccisa una donna, è stata inizialmente notata dall’Huffington Post, poi ne hanno scritto anche l’Independent, il Washington Post e molti altri. L’Huffington Post, che gli ha parlato al telefono, sostiene che Larson nell’intervista si è vantato di avere stuprato ripetutamente la sua ex moglie (che poi si è suicidata) e detto di approvare la pedofilia (anche se su questo punto l’Huffington Post è un po’ vago e non si capisce se lui scherzasse o meno). Quello che è certo è che aveva fondato un sito intitolato “Incelocalypse”, cioè l’apocalisse degli incel, che si rivolgeva apertamente a quella community violentemente misogina e che includeva una sezione dedicata alla pedofilia, e più precisamente alla volontà di stuprare bambine e ragazze adolescenti: Incelocalypse ma non è più online, ma su di esso aveva indagato Babe (erano stati loro a richiedere all’host di rimuovere il sito). Sul sito Larson scriveva cose come: «Il femminismo è il problema e lo stupro è la soluzione».

incel

Anche il Washington Post ci ha parlato al telefono: conferma che Larson aderisce all’ideologia incel e che le sue idee sono diventate più estremiste dopo il divorzio, nel 2015. Inoltre, riporta sempre il Post, vive ancora con i suoi genitori e passa la maggior parte del suo tempo davanti a internet, ed è stato incarcerato nel 2009 per avere minacciato di morte il presidente degli Stati Uniti (non è chiaro se George W. Bush o Barack Obama). L’Independent è andato a spulciarsi il suo programma elettorale, dove, tra le altre cose, si scopre che vuole ricostruire «una supremazia bianca benevola» (punto 6) e «il patriarcato» (punto 7). Altri hanno fatto notare che nello stesso manifesto definisce Hitler «un eroe» e accusa Margaret Thatcher di essersi presa i meriti dei suoi consiglieri maschi.

La candidatura di uno squilibrato con una condanna per minacce di morte alle spalle e stata resa possibile da un recente cambio della legge della Virginia: prima chi era stato condannato per reati gravi non poteva candidarsi. Larson, peraltro, ha scarsissime possibilità di essere eletto. Il solo fatto che stiamo parlando di un personaggio del genere, che ha detto cose di questo tipo è indicativo di un aspetto particolarmente inquietante dell’alt-right: il rapporto con le donne, che è ancora peggiore di quello delle precedenti varianti dell’estrema destra. Nelle sue incarnazioni precedenti, infatti, il neofascismo era stato sempre profondamente maschilista: l’idea, insomma, era che le donne dovessero essere solo mogli e madri, sfornare figli per la patria e non rompere le palle; però finché erano disposte ad essere confinate a quei ruoli erano considerate creature tollerabili e utili alla nazione, secondo lo slogan hitleriano Kinder, Küche, Kirche. L’alt-right, in questo, rappresenta qualcosa di nuovo: le donne non vanno più tenute e/o messe “al loro posto”, vanno attivamente attaccate, uccise, stuprate, picchiate. È quello che alcuni sociologi definiscono “sessismo ostile”, in contrapposizione col “sessismo benevolo”: non che il “sessismo benevolo”, quello secondo cui le donne devono stare a casa a fare la calza, sia proprio benevolo; è che quello ostile è proprio tanto ostile, implica una chiamata alle armi.

In questi giorni il New York Times ha dedicato un editoriale illuminante alle cosiddette “trad wives”, o “mogli tradizionaliste”, quella cultura internet neo-reazionaria composta da giovanissime donne sposate, spesso youtuber, che in soldoni raccontano quanto sia bello sfornare figli bianchi per la nazione. Impersonano il tropo che ai neonazisti di vecchio stampo sarebbe piaciuto, Kinder, Küche, Kirche appunto, eppure all’alt-right non piacciono neppure loro: in breve i maschietti del movimento, che sono la stragrande maggioranza, hanno deciso che anche loro erano il nemico, ed è nata una campagna contro le cosiddette “Tradthot” (crasi tra “trad”, tradizionalista, e “thot”, “quella puttana lì”), che erano accusate di essere “femministe sotto-copertura”). L’alt-right, insomma, non tollera le donne neanche quando vogliono essere sottomesse.

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