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L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.
C’è un nuovo uomo più ricco del mondo che ha superato Elon Musk grazie all’AI Si chiama Larry Ellison e ha scavalcato l'allievo-rivale grazie alla crescita record della sua Oracle, dovuta agli investimenti nell'intelligenza artificiale.
Due giorni prima dell’omicidio il magazine Jezebel aveva assunto delle streghe per mandare una maledizione a Charlie Kirk Con una nota all'articolo, l'editor della testata femminista si è trovato costretto a condannare l'accaduto.
È uscito il primo trailer di Nouvelle Vague, il film in cui Richard Linklater racconta Jean-Luc Godard che gira Fino all’ultimo respiro E che potremo vedere in streaming su Netflix, dove sarà disponibile dal 14 novembre.
OpenAI vuole portare il suo primo film animato fatto tutto con l’intelligenza artificiale al prossimo Festival di Cannes Si intitola Critterz, è già in corso di realizzazione, ma il progetto di presentarlo a Cannes appare molto difficile.

Dahmer è già diventata una delle 10 serie più viste nella storia di Netflix

05 Ottobre 2022

Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer, la storia del serial killer di Milwaukee che tra il 1978 e il 1991 uccise diciassette persone, è arrivata su Netflix soltanto quindici giorni fa ma è già una delle dieci serie più viste nella storia della piattaforma streaming, dimostrazione che l’ossessione per il true crime e i serial killer è tutt’altro che superata. Stando ai dati pubblicati da Netflix, di tutte le ore che tutti i suoi abbonati in tutto il mondo hanno passato a guardare serie tv sulla piattaforma, 496 milioni le hanno passate guardando Dahmer. Al momento, lo show di Ryan Murphy è al nono posto della classifica delle serie più viste nella storia di Netflix: ha superato la quarta stagione di Ozark e si sta avvicinando velocemente alla seconda di13 Reasons Why.

Se il successo della serie dovesse proseguire, allo scadere dei 28 giorni – limite entro il quale Netflix è solita tracciare un bilancio semi-definitivo sulla popolarità dei suoi titoli – Dahmer potrebbe diventare la seconda serie più vista nella storia della N rossa. E stando alle previsioni, questa cosa succederà quasi sicuramente: Netflix prevede che nella terza e quarta settimana di programmazione il successo di Dahmer aumenterà. Alla fine del ventottesimo giorno, dunque, la serie dovrebbe arrivare a occupare 700 milioni delle ore trascorse dagli abbonati su Netflix. A quel punto, davanti a Dahmer resterebbe soltanto la quarta stagione di Stranger Things, in cima alla piramide del successo in streaming.

Ovviamente, nell’epoca di internet le conseguenze – forse le cause, è sempre difficile distinguere – del successo sono le polemiche. Sin dal suo esordio, Dahmer è stata tanto vista quanto criticata. Il primo problema è venuto fuori da una scelta di categorizzazione da parte di Netflix, che aveva deciso di inserire il tag “Lgbtq” tra quelli che descrivono i temi trattati dalla serie (Jeffrey Dahmer era omosessuale). Sui social ne è venuta fuori una discreta shitstorm – «non è questa la rappresentazione che vogliamo», ha detto una tiktoker il cui video è stato riportato anche in un pezzo di Ew sulla questione – e alla fine Netflix è stato costretto a rimuovere il tag. Poi sono arrivate le accuse di razzismo da parte di un ex membro della troupe, l’assistente alla produzione Kim Alsup. In un’intervista al Los Angeles Times, Alsup ha raccontato di essersi sentita spesso maltratta durante le riprese, che in tutta la troupe lei era una delle sole due persone nere e che nonostante questo tutti i colleghi continuavano a confondersi e a chiamare lei con il nome della sua collega e viceversa. Poi sono arrivate anche le proteste di diversi spettatori, contrariati dal fatto che la violenza estrema mostrata nella serie stava avendo ripercussioni negative sui loro stomaci: moltissimi hanno raccontato su Twitter che seguire Dahmer è molto difficile perché bisogna riuscire a concentrarsi sulla storia tra una sessione di vomito e l’altra. Infine, sono arrivate le proteste dei familiari delle vittime di Dahmer, che hanno accusato Netflix di contribuire a perpetuare la fama di un uomo che meriterebbe invece di essere lasciato nell’oblio. Tutto è partito da un thread Twitter, diventato virale, pubblicato il giorno dopo quello dell’uscita della serie. Dopodiché Rita Isbell – sorella di Errol Lindsey, una delle vittime di Dahmer – ha anche scritto un pezzo su Insider in cui accusa i creatori della serie di aver inserito in un episodio una scena ispirata alla sua dichiarazione in aula il giorno della condanna di Dahmer senza averle mai chiesto il permesso.

https://twitter.com/ericthulhu/status/1572996958884700160

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