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I curriculum stanno scomparendo, dice un’esperta del settore

È una buona notizia per Giuseppe Conte, che stava per non diventare premier a causa di un curriculum vitae imbellettato, e più in generale per tutti coloro che non hanno un buon rapporto con il loro cv: i curriculum stanno scomparendo e in un futuro abbastanza prossimo non serviranno più. A dirlo, è una che di curriculum (o curricula, o curricoli: su quale sia il plurale c’è un articolo interessante dell’Accademia della Crusca) è un’esperta: Jennifer Carpenter, fino a poco tempo fa Global Head of Recruiting per Accenture, oggi passata a Delta Air Lines.
I cv, ha detto, «scompariranno» perché sono «molto analogici, in un mondo digitale». Carpenter aveva tenuto una lezione sul futuro delle assunzioni all’evento Talent Connect 2017, e recentemente quella lezione è stata ripresa dalla blogger Samantha McLaren in un post su LinkedIn. Il punto, ha spiegato Carpenter, è che la tecnologia offre mezzi più rapidi (e, in alcuni casi, accurati) per valutare un candidato, rispetto ai buon vecchi curriculum vitae. In realtà, è qualcosa che si sente dire già da un po’ (per alcuni mestieri, per esempio, googlare un potenziale partner o dipendente è già molto più rilevante rispetto al leggere il suo cv) però Carpenter insiste sul fatto che questa transizione sta accadendo molto più in fretta rispetto a quanto non si tenderebbe a pensare.
I numeri, naturalmente, c’entrano. Una società come Accenture assume decine di migliaia di persone ogni anno (nel 2016 sono state addirittura 100 mila), dunque si capisce perché, per scremare i candidati, preferisca sistemi che più si prestano all’automazione. Detto questo, LinkedIn è certamente una fonte di parte: già ora i suoi profili puntano ad essere una sorta di equivalente del cv, e a breve lancerà una nuova funzione, Talent Insights, che punta ancora di più verso questo obiettivo. Dunque, dicevamo, la notizia della fine dei curriculum va presa con le pinze, visto che arriva da una fonte di parte. Però, nel più profondo, vogliamo crederci: così almeno finiranno quegli orribili cv europei.
Foto Getty

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