Maestro e attivista, Odeh Muhammad Hadalin aveva aiutato i registi del documentario premio Oscar a girare il loro film a Masafer Yatta.
A Cuba sono esplose le più grandi manifestazioni di massa degli ultimi trent’anni

A Cuba la crisi economica ha causato l’esplosione delle più grandi proteste di massa degli ultimi trent’anni: migliaia di persone sono scese in piazza nelle città di tutta l’isola, manifestando contro la carenza di cibo, i prezzi elevati, la poco efficiente campagna vaccinale e la dittatura. Le proteste sono iniziate in mattinata, nella città di San Antonio de los Baños, nell’ovest dell’isola, e nella città di Palma Soriano, nell’est. Una reazione a catena che ha fatto sì che nel primo pomeriggio migliaia di persone si siano riversate nelle strade dell’Avana. Ad accoglierle agenti di polizia in uniforme e in borghese che hanno caricato centinaia di manifestanti, molti dei quali violenti. La polizia ha risposto usando lo spray al peperoncino e picchiando con i manganelli.

Auto della polizia ribaltate all’Avana, 11 luglio 2021 (Foto di Yamil Lage/AFP via Getty Images)
Nel primo pomeriggio tutti i canali televisivi sono stati interrotti da una trasmissione del presidente Miguel Díaz-Canel che ha spronato a rispondere alla «destabilizzazione del Paese» con una «risposta rivoluzionaria»: «Chiediamo a tutti i rivoluzionari del Paese, a tutti i comunisti, di scendere in piazza». In molti l’hanno ascoltato: «Anche se non siamo comunisti, siamo patrioti», ha detto al Guardian Aylin Guerrero, 52 anni. Chi sta dalla sua parte, e quindi dalla parte del governo, è convinto che i manifestanti antigovernativi siano mercenari pagati dagli Stati Uniti, che spendono circa 20 milioni di dollari l’anno per la “promozione della democrazia” nell’isola. Il Guardian ha raccolto anche le loro testimonianze: «Sono qui per fame, perché non ci sono medicine, per mancanza di corrente, perché manca tutto», ha detto un uomo sui 40 anni. E ha continuato: «Voglio un cambiamento totale: un cambio di governo, elezioni multipartitiche e la fine del comunismo». Yusniel Pérez, 17 anni, armato di un sasso, ha detto: «Siamo qui perché siamo affamati e poveri. Non abbiamo cibo. Non abbiamo niente». I cubani stanno vivendo la più grave crisi economica in 30 anni. L’amministrazione Trump ha massacrato l’isola con oltre 200 nuove sanzioni per sabotare l’economia, che finora l’amministrazione Biden non ha abrogato.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.