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17:44 giovedì 23 ottobre 2025
Sono passati 26 anni dai Soprano e finalmente David Chase si è deciso a fare una nuova serie tv Racconterà la storia del famigerato programma MKUltra della Cia, una serie di angoscianti esperimenti sugli esseri umani per ottenere il "controllo della mente".
A Los Angeles hanno organizzato una proiezione di Bugonia solo per persone pelate o disposte a farsi rasare a zero prima di entrare È anche una maniera per sentirsi vicini a Emma Stone, che per la sua interpretazione nel film ha deciso anche lei di rasarsi a zero.
ATM ha messo online l’archivio delle sue vecchie campagne e sono bellissime I manifesti, i depliant e le locandine di Azienda Trasporti Milanesi riflettono l’evoluzione del costume e della società milanese.
Anche quest’anno, il solito Tommaso Debenedetti ha diffuso la solita fake news sull’improvvisa morte del vincitore del Nobel per la Letteratura L'autodefinitosi «campione italiano della menzogna» prosegue così la sua lunga striscia di bufale a tema letterario, stavolta la vittima è László Krasznahorkai.
ChatGPT ha lanciato il suo browser con il quale vuole fare concorrenza a Google Chrome Si chiama Atlas, integra l’AI sin dalla barra di ricerca e aspira a insidiare il primato del web browser più utilizzato al mondo di Chrome.
Per due volte la Rai ha prima annunciato e poi cancellato la trasmissione di No Other Land e non si sa ancora perché È successo il 7 ottobre e poi di nuovo il 21. Al momento, non sappiamo se e quando il film verrà reinserito nel palinsesto.
A causa del riscaldamento globale, per la prima volta nella storia sono state trovate delle zanzare in Islanda Era uno degli unici due posti al mondo fin qui rimasto libero dalle zanzare. Adesso resta soltanto l'Antartide.
È uscita una raccolta di racconti inediti di Harper Lee scoperti nella sua casa di New York dopo la morte Si intitola La terra del dolce domani e in Italia l'ha pubblicata Feltrinelli.

Il wasabi rischia di sparire

09 Febbraio 2022

Il wasabi, uno dei profumi e dei sapori fondamentali della cucina giapponese, rischia di sparire, secondo quanto raccontano Motoko Rich e Makiko Inoue in un reportage pubblicato dal New York Times. Ovviamente, il problema riguarda il vero wasabi, non il prodotto che siamo abituati a vedere tra gli scaffali del supermercato, quei tubetti colorati al cui interno certe volte c’è un miscuglio di wasabi e rafano tinto di verde grazie ai coloranti, mentre altre volte, in quei tubetti, di vero wasabi non c’è traccia. In Giappone, nei ristoranti amati dagli intenditori e dai turisti che vogliono assaggiare la cucina giapponese autentica, il wasabi si consuma fresco, grattugiato sul momento. È questo il wasabi che rischia di scomparire.

C’entra il riscaldamento climatico, ovviamente. L’innalzamento delle temperature è un problema enorme: le piante di wasabi sono estremamente delicate, impiegano più di un anno per maturare e necessitano di una temperatura che non vada oltre i 21 gradi per crescere bene. Con le continue ondate di calore che hanno colpito il Giappone negli ultimi anni, di piante ne crescono sempre meno e sempre peggio: tante marciscono prima di raggiungere la maturazione.

Ma la crisi climatica non è l’unico problema che i coltivatori di wasabi devono affrontare. Ci sono anche questioni “locali” che complicano parecchio il loro lavoro e la loro vita: nel secondo Dopoguerra, nello sforzo di ricostruzione del Paese, i governi dell’epoca cambiarono la flora delle zone montane in cui il wasabi viene tradizionalmente coltivato. A un Paese da ricostruire servivano cedri e cipressi da tagliare e da usare nell’edilizia. Oggi, i coltivatori di wasabi dicono che l’onnipresenza di questi alberi ha peggiorato la qualità dell’acqua necessaria al wasabi per crescere bene. Sempre più piante nascono e crescono con malattie che le rendono, di fatto, invendibili. E poi c’è la questione dell’incuria nella quale sono state abbandonate molte foreste: questo ha portato a una proliferazione di cinghiali e cervi che, non trovando più cibo a sufficienza in altura, si avvicinano sempre di più alle zone in cui vivono i coltivatori di wasabi, arrivando spesso anche a rovinare i campi coltivati. Infine, esiste una questione “generazionale”, per così dire: i figli e i nipoti di coloro che oggi coltivano il wasabi sono sempre meno interessati a ereditare quella che spessissimo è un’attività familiare.

Nell’ultimo decennio, nella regione di Shizuoka (una delle più importanti per quanto riguarda la coltivazione del wasabi), la produzione del wasabi si è più che dimezzata. Secondo una ricerca del Ministero dell’Agricoltura giapponese, per l’esattezza la diminuzione della produzione è stata addirittura del 55 per cento.

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