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Father Mother Sister Brother di Jim Jarmush ha vinto il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia A The Voice of Hind Rajab di Kawthar ibn Haniyya il Gran premio della giuria, Toni Servillo vince la Coppa Volpi per la sua interpretazione in La grazia, di Benny Safdie la Miglior regia con The Smashing Machine.
Marco Bellocchio girerà un film su Sergio Marchionne Le riprese inizieranno nel 2026 e si svolgeranno in Italia, Stati Uniti e Canada, i tre Paesi della vita di Marchionne.
Il responsabile per la Salute della Florida ha detto che eliminerà tutte le vaccinazioni obbligatorie Non solo quelle legate al Covid ma anche quelle che riguardano le fasce più giovani, dal morbillo all’epatite B.
Lena Dunham ha annunciato la data di uscita del suo nuovo libro, Famesick Un memoir scritto nell'arco di sette anni che parla di «malattia, dipendenza e sofferenza amorosa».
A Broadway è arrivato il musical dell’Italian Brainrot e durante la prima ovviamente è successo di tutto Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur è stato arrestato, il pubblico l'ha presa male, la protesta è arrivata fino a Times Square.
Drake ha girato un lungometraggio in cui se ne va in giro per i luoghi di culto di Milano C'è anche la Bocciofila Caccialanza di via Padova, dove incontra Sfera Ebbasta.
Trump vuole cambiare il nome del ministero della Difesa americano in ministero della Guerra Non il più rasserenante dei messaggi per il mondo, il fatto che il segretario alla Difesa Pete Hegseth diventi segretario alla Guerra. 
Un quadro trafugato dai nazisti è stato ritrovato in Argentina grazie a un annuncio immobiliare È il "Ritratto di signora” del pittore italiano Giuseppe Ghislandi, meglio conosciuto come Fra Galgario.

Cose da dire

Alcune cose che andavano scritte su queste primarie di centrosinistra proprio oggi sono state scritte su Il Post

22 Novembre 2012

Oggi Il Post ha pubblicato un editoriale che dice in modo forte e chiaro gran parte di quello che penso in merito alle primarie del PD. Era anche un endorsement a Renzi, tra parentesi, ma il punto non è solo questo. Il punto è che nell’esplicitare la propria preferenza all’attuale sindaco di Firenze, Il Post ha condotto una delle più nette e intelleggibili analisi di ciò che è in ballo in queste primarie e degli spaccati d’Italia che i vari candidati rappresentano.

Ho in particolare apprezzato il fatto che, pur appoggiando Renzi, Il Post abbia riconosciuto a Vendola di essere il solo ad avere elaborato e proposto un’immagine ben definita del futuro che vorrebbe costruire per l’Italia. Io non la condivido affatto quell’immagine ma esiste pur con i suoi limiti, e lo dico da molti mesi, in barba a chi si è occupato soltanto di deridere le pose e il linguaggio di Nichi.

Questo è quello che scrive Il Post in proposito:

«Al Post pensiamo che Nichi Vendola e Matteo Renzi abbiano invece costruito due visioni strutturate dell’Italia, del futuro e di una parte degli italiani molto chiare e forti, con identità ben definite e percorsi visibili. Le aspirazioni, speranze e soluzioni che rappresentano sono fondate, importanti, e sono una parte del problema da affrontare: le visioni rischiano entrambe di essere l’una esclusiva dell’altra, ma questo rischio è molto maggiore nel caso di vittoria di Vendola, il cui progetto non sembra compatibile con un’idea di crescita e innovazione del paese cara a chi sostiene e voterà Matteo Renzi. Laddove le pur criticate proposte di Renzi hanno invece più chances di garantire prospettive positive per tutti. Aggiungendo, da parte del Post, che non ci sembrano adeguate e affidabili le buone intenzioni di Vendola rispetto alla soluzione dei drammatici problemi economici correnti dell’Italia, e non condividiamo la sua ostilità pregiudiziale nei confronti dell’esperimento Monti (esperimento che ha pure avuto imperdonabili limiti e pavidità

Ancora di più ho apprezzato il coraggio con cui il Post ha scelto di usare delle parole che non lasciano spazio a dubbi su come la pensano riguardo all’eventualità di un governo Bersani a prescindere dagli attributi della persona. Parole che temo, anche se ovviamente non glielo auguro, alieneranno le simpatie di qualche lettore dato il livore con cui si vive la politica da noi. Queste parole:

«Pier Luigi Bersani è un politico capace e una persona corretta. Quello che sembra portare al governo però è un’idea chiara del passato, parziale del presente, incomprensibile del futuro. E quello che sembra voler portare al governo è un’eventuale alleanza con l’UdC e un’eventuale alleanza con Nichi Vendola (di Di Pietro non si parla, né di Grillo: ma se ne tornerà a parlare), di cui conosciamo i molti rischi. Oltre a una squadra che annovera tra gli altri le letture economiche aggressive e retrograde di Stefano Fassina, e le litigiosità rancorose di molti altri giovani dalemiani e bersaniani. Non è il nostro genere: noi auspichiamo che ci si rispetti e si cerchi conciliazione e accordo e intesa, invece della rissa e delle scomuniche. Noi Bersani ministro lo vorremmo. Malgrado la sua appartenenza al team di allenatori perdenti – sulla legge elettorale sta perdendo ancora oggi, ogni giorno – Bersani ci piace, ma non ci piace quasi niente di quello che gli si vede e intravede intorno»

Dopo aver spiegato le ragioni, le speranze per meglio dire, per cui appoggiano Renzi e avere limpidamente enumerato alcune delle riserve (le condivido e ne potrei aggiungere qualcuna) che nutrono riguardo alla sua proposta politica, i redattori del Post fanno il ritratto di chi ritiene che «rimettere in piedi l’Italia e farne prevalere il buono cambiandone il cattivo sia un’impresa difficilissima e forse persino impossibile». Temo di essere tra queste persone e mi trovo talvolta a rimuginare l’idea che il nostro treno per la Storia è uscito dai binari molto tempo fa e che, una volta deragliato, un treno resta tale anche cambiando il macchinista perché non solo i nostri guasti sono ormai troppo congeniti ma, ancora peggio, non riusciamo nemmeno più a vederli come dei guasti; preferiamo chiamarli “tipicità”. Quando mi sento così cinicamente disfattista mi sforzo di leggere i commenti sui siti, su Facebook, su twitter e sui quotidiani di chi si spende ogni giorni perché nulla cambi nell’Uroboro della nostra politica e constato che sono talmente ottusi, pavidi e miopi che anche solo per fare un dispetto ai loro autori… insomma lo avete capito.

P.S. Ovviamente vincerà Bersani perché, come dice appunto Il Post, «gli italiani sono un popolo di invocatori del cambiamento a parole, ma poi quando il cambiamento si manifesta e ha – inevitabilmente: è cambiamento – tratti di diversità da ciò che conoscono, allora lo definiscono inadeguato perché è diverso, appunto».

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