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La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Le 10 parole “fashion” più cercate del 2017

12 Dicembre 2017

Saranno anche un osservatorio parziale e forzato da algoritmi, ma i motori di ricerca restituiscono spunti interessanti quando si tratta di parole più cercate. Il ristretto universo della moda – che certo non vanta il volume di ricerche che altri argomenti, come la cucina o il sesso, generano online – non fa eccezione, come dimostra l’ampio studio condotto dalla piattaforma di e-commerce Lyst, presente a livello globale, sullo stato delle ricerche che riguardano il modo di vestirsi delle persone e tutto quello che ci gira intorno. Basandosi su 100 milioni di ricerche fatte da oltre 80 milioni di consumatori (provenienti da 120 Paesi diversi) e incrociando quei dati con le pagine viste e le vendite di oltre 5 milioni prodotti di circa 12000 diversi designer e/o marchi, il sito ha infatti stilato la lista di marchi, personaggi e oggetti che negli ultimi 12 mesi ci hanno fatto discutere e, conseguentemente, spinto a cercare su internet ciò di cui avevamo bisogno.

Senza troppe sorprese, ad aggiudicarsi il podio sono stati Gucci come il marchio più cercato, capace di catalizzare al meglio l’attenzione su Instagram, dalla borsa più amata, la Marmont, alla foto-icona dell’anno, Rihanna con la T-Shirt logata e la calzamaglia di cristalli; sempre Rihanna si conferma il personaggio che più influenza i consumatori che vogliono stare al passo con le tendenze, mentre l’oggetto-feticcio del 2017 sono state le T-Shirt, in particolare quella di Dior con la scritta «We should all be feminists» e quella indossata da Frank Ocean che recitava «Why be racist, sexist, homophobic, or transphobic when you could just be quiet?». Ancora più interessante, però, è la lista delle parole più cercate, che non è così banale come si potrebbe pensare:

1. Power
2. Woke
3. Statement
4. Floral
5. Millennial
6. Extra
7. Masculine
8. Cult
9. Ugly
10. Vegan

Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entrano parole come “power” e “woke” con la moda. Come notano su Dazed & Confused, “power” potrebbe riferirsi a varie cose: al “power dressing”, al “power suit” e alle “power shoulders”, ovvero le spalline larghe o volutamente esagerate, riportate in auge da Balenciaga, Saint Laurent e Vetements. Anche  “woke”, socialmente sveglio, e “statement”, che sta per affermazione, si ricollegano al concetto di “empowerement”. Il termine “statement” era già usato nella terminologia del fashion per indicare capi e accessori capaci di spiccare (scarpe, orecchini, cappotti) e farsi notare per il loro design, ma anche, nello specifico, per tutti quei capi che riportano una scritta di qualunque sorta, come le T-Shirt con messaggi politici. È davvero una correlazione interessante, che dimostra come la moda si sia appropriata dei più ampi dibattiti che attraversano la società in questo momento storico e li abbia, di fatto, tradotti in oggetti da possedere.

Anche le parole “millennial”, “extra” (usatissima in molti meme a tema fashion, spesso ispirati all’extravaganza drag), “masculine” e “cult” rimandano tutti a un particolare modo, decisamente tipico del 2017, di parlare di abbigliamento, identità e classici che ritornano (basti pensare alle sneakers). Poi ci sono “ugly”, che rende conto del dilagare dell’estetica del brutto sulle passerelle delle ultime stagioni (e qui il colpevole è sempre Demna Gvasalia), e “vegan”, che invece racconta di un’altra esigenza di natura politica applicata al vestiario quotidiano. Infine c’è il quarto posto di “florals”, parola-ombrello sotto al quale si nascondono probabilmente tanto i fashionisti devoti alle stampe di Alessandro Michele da Gucci, che degli intricati motivi floreali ha fatto il suo marchio di fabbrica, quanto tutti quelli che a ogni primavera pensano bene di rispolverare le stampe fiorate, con buona pace di Miranda Priestly.

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