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Cosa pensa davvero una giurata dell’Academy dei film nominati agli Oscar

22 Febbraio 2017

Ogni anno in questo periodo, Scott Feinberg dell’Hollywood Reporter si siede a parlare con alcuni dei membri dell’Academy, l’organizzazione che vota per decidere i premi cinematografici più importanti del globo. Le persone intervistate, protette dalla garanzia dell’anonimato offerta dal magazine, spiegano non soltanto che cosa hanno votato, ma anche cosa pensano di uno o dell’altro titolo in corsa per i premi del prossimo 26 febbraio.

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Quest’anno, Feinberg ha chiacchierato con «un membro femminile di lungo corso, parte del gruppo di 1158 attori votanti dell’Academy, che quest’anno non ha legami con nessuno dei film finiti in nomination». La donna non si è risparmiata: commentando la sezione Miglior film ha detto che Arrival, il film di fantascienza di Denis Villeneuve con Amy Adams, «fa schifo». Ha aggiunto di averlo «odiato», per cui ha votato Manchester by the Sea e Hell or High Water, «due lungometraggi compassionevoli e incredibilmente ben scritti».

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E per quanto riguarda i suoi colleghi? Tra gli attori, «Andrew Garfield e Ryan Gosling in La La Land sono stati molto bravi, ma non a un livello-Oscar». Ma «ho amato, amato, amato la performance di Viggo Mortensen in Captain Fantastic». Tra le attrici, il giudizio è negativo: «Non me n’è piaciuta nessuna». Nello specifico, Meryl Streep, «ha recitato da clown» («non credo che avrebbe ricevuto la nomination senza quel discorso ai Golden Globe», ha commentato l’anonima giurata, facendo eco a quanto scritto su queste pagine da Mattia Carzaniga), e «la ragazza di La La Land», che il mondo conosce come Emma Stone, «vincerà perché è adorabile e la gente la ama, anche se credo che non sia stata così impeccabile come stanno dicendo tutti». Sulla categoria Best Cinematography, l’intervistata dice: «Arrival è senza dubbio fuori considerazione. Silence aveva una bellissima fotografia ma ho odiato tantissimo quel film, con tutte quelle cose cattoliche che mi saltavano in testa – I mean, c’mon Marty!».

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