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05:42 domenica 21 dicembre 2025
Di Digger di Alejandro G. Iñárritu non sappiamo ancora niente, tranne che un Tom Cruise così strano e inquietante non si è mai visto La trama della nuova commedia di Iñárritu resta avvolta dal mistero, soprattutto per quanto riguarda il ruolo da protagonista di Tom Cruise.
C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
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LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Migliaia di registi, attori, sceneggiatori e lavoratori del cinema hanno firmato un appello per boicottare l’industria cinematografica israeliana

Tra questi anche Yorgos Lanthimos, Olivia Colman, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed e Josh O’Connor.

09 Settembre 2025

Un appello contro il genocidio in Palestina firmato da 1300 artisti e lavoratori del cinema (riuniti sotto il nome collettivo di Film Workers for Palestine), tra cui Yorgos Lanthimos, Ava DuVernay, Asif Kapadia, Boots Riley, Joshua Oppenheimer, Olivia Colman, Mark Ruffalo, Tilda Swinton, Javier Bardem, Ayo Edebiri, Riz Ahmed, Josh O’Connor. Tutti e tutte loro si impegnano a non proiettare film, recitare in film o collaborare in alcun modo con istituzioni definite complici del governo israeliano e del genocidio in Palestina, compresi festival, sale, emittenti e case di produzione. Con l’aggettivo “complici”, in questo appello, si definiscono tutti coloro che hanno partecipato «al whitewashing o alla giustificazione del genocidio e dell’apartheid, e/o abbiano collaborato con il governo che li sta perpetrando».

Nell’appello si legge che «la grande maggioranza delle case di produzione e distribuzione israeliane, le agenzie commerciali, le sale e altre istituzioni cinematografiche non hanno mai sostenuto i diritti del popolo palestinese». E ancora, si legge che l’impegno deve essere quello di boicottare le istituzioni complici e costringerle ad ammettere e affrontare le proprie responsabilità, non di discriminare singoli individui in base alla loro identità o cittadinanza. Anche se non viene espressamente menzionato il movimento Boycott, Divestment and Sanctions (BDS), questo di Film Workers for Palestine è appunto un invito a boicottare, a disinvestire e a sanzionare. Uno dei più grossi inviti al boicottaggio dall’inizio dell’invasione della Striscia di Gaza da parte di Israele, tra l’altro. Altrettanto importante è stato solo quello, risalente ormai a un anno fa, di 1000 scrittori che lanciarono un appello praticamente identico nell’industria editoriale. Ma di esempi “minori” ce ne sono stati diversi, anche recentemente: è successo al Festival di Cannes e anche, come abbiamo raccontato, alla Mostra del cinema di Venezia.

In una risposta inviata al Guardian, l’Associazione dei produttori cinematografici israeliani ha affermato che i firmatari di questo appello stanno prendendo di mira le persone sbagliate, spiegando che per decenni, gli artisti israeliani sono stati coloro che hanno permesso al pubblico di conoscere le complessità della questione israelo-palestinese, dando spazio anche a voci palestinesi e ai critici dei vari governi israeliani.

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