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17:48 martedì 16 settembre 2025
È morto Robert Redford, una leggenda del cinema americano Aveva 89 anni, nessun attore americano ha saputo, come lui, fare film allo stesso tempo nazional popolari e politicamente impegnati.
La prima puntata del podcast di Charlie Kirk dopo la sua morte è stata trasmessa dalla Casa Bianca e l’ha condotta JD Vance Il vicepresidente ha ribadito che non ci può essere pacificazione con le persone che hanno festeggiato o minimizzato la morte di Kirk.
Tra i film candidati a rappresentare l’Italia all’Oscar per il Miglior film internazionale ci sono praticamente tutti i film usciti in Italia quest’anno Tranne La grazia di Paolo Sorrentino, ma non per volontà: la sua assenza è solo una questione burocratica.
A Lampedusa sono arrivati tre immigrati palestinesi a bordo di una moto d’acqua I tre hanno usato ChatGPT per pianificare la rocambolesca fuga verso l’Europa, seminando le motovedette tunisine per arrivare in Italia.
Il concerto in Vaticano per il compleanno del Papa è stato uno degli show più assurdi di sempre La collabo Bocelli-Pharrell, i Clipse primi rapper a esibirsi in Vaticano, i droni del fratello di Musk, lo streaming su Disney+ e la diretta su Tv2000: è successo davvero.
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.

Chiara Ferragni, principessa del popolo

Durante la pandemia l'influencer si è dimostrata un personaggio pubblico encomiabile, che ormai ha molto più a che fare col cuore della gente che con la moda.

16 Aprile 2020

L’ultimo post pubblicato su Instagram è un video in cui Chiara Ferragni, altissima (soprattutto in confronto a suo marito), estremamente goffa, quasi completamente priva di lato B (per i canoni estetici del 2020 è senz’altro un difetto) tenta di ballare Savage, una delle hit diventate virali su TikTok ormai da un bel po’, chiedendo aiuto alle star Charlie D’Amelio (15 anni) e Addison Rae (19 anni). Il balletto dei coniugi è cringe, ovviamente (anche se Fedez non si muove poi così male), buffo in quel modo grazioso e leggero che a loro due viene così bene (un altro esempio veloce? Video brevissimo: Chiara con la faccia pasticciata ad arte con tatuaggi, baffi e barba, e didascalia di Fedez: «Gli effetti della quarantena: 1 mese senza estetista e scopro di aver sposato Post Malone»). Ma forse, in realtà, gli ultimi video della coppia non sono poi così diversi da quelli che facevano prima (di sicuro risentono – in positivo – dell’assenza dell’amico di famiglia Luis Sal, con il suo campionario di sonorità moleste da ragazzino delle medie e le sfide cretine). Forse, mi dico, se continuo a riguardarli e a sorridere piena di gratitudine (io e altri svariati milioni di persone), mentre prima trovavo le loro scenette po’ irritanti, è anche perché, come tutti, ho iniziato a considerare Chiara Ferragni una specie di patrimonio nazionale.

Ce lo riconoscono anche da fuori: il 12 marzo, l’Evening Standard ha pubblicato un articolo con il titolo: “In praise of Chiara Ferragni, who brought new meaning to the word ‘influencer’ in the coronavirus pandemic”, che sottolineava come la nostra Ferragni non abbia avuto alcun timore nel contraddire pubblicamente Kendall Jenner e altre star, criticate per la superficialità con cui hanno continuato a utilizzare il loro account nel momento dell’esplosione della pandemia per sponsorizzare i loro prodotti o, ancora peggio, minimizzando e lanciando messaggi sbagliati, come ha fatto Vanessa Hudgens (immediatamente bacchettata anche lei). Ferragni ha iniziato a condividere selfie in tuta e hashtag #iorestoacasa dal suo account con i suoi quasi 20 milioni di follower ben prima del lockdown del 9 marzo, invitando i suoi fan a non essere egoisti e pensare invece al bene di tutti.

A differenza di molti altri personaggi pubblici, che si sono fatti prendere dall’ansia di esprimersi e hanno pubblicamente sottovalutato il virus, trasformando un tweet o una stories un po’ frettolosi in maestose figure di merda, Ferragni questa volta ha avuto la sensibilità di captare la gravità di quello che stava succedendo, e mettersi fin da subito nella posizione giusta, per poi sganciare la bomba: la campagna di crowdfounding che ha permesso di costruire in tempi record il nuovo reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano, un successo che ha messo tutti a tacere. Cioè, non proprio tutti, a dire il vero: c’è chi dal divano con cui ormai forma un tutt’uno è riuscito a criticarla anche per questo. Alcuni commentatori hanno chiesto, scettici: perché proprio il San Raffaele, un ospedale privato? Cosa c’è sotto? Non va bene, bisognava fare così e cosà. Dopo aver comunicato i loro illuminanti consigli, gli esperti di beneficenza e ospedali e donazioni milionarie (tra cui figurava anche Heater Parisi) si sono ben presto dispersi, passando alla polemica successiva, reinventandosi specialisti di qualcos’altro. Quello che è rimasto sono i 4 milioni di euro raccolti dai Ferragnez, e le vite salvate con quei soldi.

I tempi in cui Chiara Ferragni, Fedez e un selezionato gruppo di invitati si lanciavano i broccoli e le mele e facevano gare di carrelli in un supermercato aperto appositamente per la strana festa, riempiendo di sdegno il popolo italiano, sembrano più lontani che mai. Archiviate le critiche per l’ostentazione del piccolo Leone. Oltrepassata l’iniziativa della lista nozze trasformata in campagna di beneficenza organizzata in occasione del matrimonio, una specie di flop che nessuno ha più capito come si sia concluso. Ferragni, ormai l’abbiamo capito, è una donna determinata. La filantropia scorre nelle sue vene come la passione per il fucsia: ci ha riprovato, l’ha fatto nel momento giusto e ce l’ha fatta. Anche l’iniziativa caciarona dei concerti dal balcone organizzata da Fedez ogni giorno alle 18 – per la goia degli sventurati abitanti di CityLife – si è interrotta al momento giusto: una scelta doverosa ma non così scontata, che ha dimostrato una certa sensibilità. La sera del 15 marzo, la diretta è stata seguita da 1,2 milioni di persone. Dopo quella del 19 marzo, con il tenore Andrea Boccelli e suo figlio Matteo, Fedez ha deciso di sospendere l’appuntamento con una comunicazione: «Nel rispetto delle numerose vittime di questi giorni le dirette dal balcone si prendono una pausa».

L’aveva dimostrato col successo mediatico del matrimonio, l’ha confermato con il glorioso crowdfounding, un’operazione degna di passare alla storia: il suo personaggio si è evoluto, e con la moda, ormai, c’entra ben poco (gli esperti di moda possano tirare un sospiro di sollievo). Chiara Ferragni e suo marito Fedez sono i nostri royals: patriottici, nazionalpopolari, filantropici, anche un po’ bacchettoni (l’ultima sgridata ai runner che continuavano ad allenarsi imperterriti per le strade di Milano). Ecco svelato l’enigma di Chiara Ferragni: un rompicapo che ci tormenta da anni e che il brutto ma godibilissimo documentario Ferragni Unposted non ci aveva aiutato a risolvere. La moda era il mezzo e non il fine ultimo. In questi anni di lavoro Chiara Ferragni ha dato forma alla sua speciale versione di “principessa del popolo”. La sua, però, è una variante completamente priva di ombre, proprio perché se l’è costruita lei stessa, e con cura, scrivendo di suo pugno le regole del gioco.

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