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È stata appena lanciata Watermelon+, una piattaforma streaming dedicata al cinema palestinese Tanti dei migliori film palestinesi prodotti negli ultimi anni, quasi mai arrivati nelle sale italiane, adesso disponibili in streaming.
Pope Crave ha dato la notizia della fumata bianca prima di Vatican News L'account di meme ha dato l'Habemus Papam con ben quattro minuti di anticipo rispetto al profilo ufficiale del Vaticano.
È Papa da neanche 24 ore ma Leone XIV è già riuscito a far arrabbiare i trumpiani Perché in passato ha espresso delle cattolicissime opinioni sull'immigrazione, ma soprattutto perché ha osato criticare JD Vance.
Tommy Cash ha fatto un remix di “Espresso Macchiato” assieme a Tony Effe Esce il 9 maggio a mezzanotte e sarà l'ultimo atto della vacanza italiana di Cash prima di partire per l'Eurovision.
Blossoms Shanghai, la prima e unica serie tv diretta da Wong Kar-wai, arriverà in streaming su Mubi Dopo due anni dall'uscita in Cina, finalmente potremo vederla anche noi.
Anche Netflix vuole essere TikTok e lancia il feed per vedere film e serie in formato verticale Permetterà di scrollare tra clip e trailer dall’app su smartphone, alla ricerca di qualcosa da guardare. 
Quella di Timothée Chalamet ai David è stata davvero una pessima serata E dire che l'attore ha pure saltato il Met Gala per partecipare alla premiazione, assieme alla fidanzata Kylie Jenner.
Con Vermiglio, Maura Delpero è diventata la prima donna a vincere il David di Donatello per la Miglior regia E il suo si è confermato il film italiano dell'anno, portandosi a casa ben sette statuette.

A Chernobyl fanno una vodka che si chiama “Atomik”

08 Agosto 2019

È fatta con acqua e grano di Chernobyl ed è il primo prodotto proveniente dalla zona abbandonata dopo il disastro nucleare del 1986. Si tratta della vodka Atomik e secondo alcuni esperti intervistati dalla Bbc, somiglia a un acquavite dal sapore fruttato e potrebbe essere servita con un Martini o con lo champagne. A produrla è stato un gruppo di ricercatori britannici e ucraini che, dopo aver lavorato per anni nella zona, ha fondato la Chernobyl Spirit Company. «È l’unica bottiglia esistente. Tremavo quando l’ho presa», ha detto alla testata britannica il professor Jim Smith, uno dei membri del team, sollevando con cautela la bottiglia di vodka. Alla domanda sulla possibile radioattività della bevanda, il professore risponde: «Non è più radioattiva di qualsiasi altra vodka». Grazie al processo della distillazione, infatti, ogni impurità resterebbe negli scarti secondo i ricercatori.

«Abbiamo preso del segale leggermente contaminato e acqua dalle falde acquifere di Chernobyl e poi abbiamo fatto analizzare il distillato: non è stato trovato nulla», assicura Smith. Che sposta il problema dai danni provocati dalle radiazioni al disastro economico che ha colpito la popolazione: «Ci sono alcuni centri radioattivi nella zona abbandonata, ma nella maggior parte dell’area la contaminazione è più bassa che in altre parti del mondo in cui ci sono livelli di radiazione naturale relativamente alti», afferma Smith, che denuncia invece l’assenza di investimenti e l’impossibilità per molti residenti di nutrirsi in modo adeguato, di accedere a servizi sanitari efficienti o di ottenere un lavoro. «Dopo 30 anni, penso che il tema più importante sia lo sviluppo economico non la radioattività», conclude, spiegando che l’obiettivo del team è raccogliere fondi per aiutare le persone.

La vodka potrebbe essere solo il primo dei prodotti provenienti da Chernobyl. Con questo esperimento iniziale, i ricercatori hanno voluto dimostrare che la zona abbandonata può tornare produttiva. La raccolta fondi per la popolazione locale partirà quest’anno con la produzione di 500 bottiglie di Atomik da vendere ai turisti.

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