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Una buona notizia per il clima: il buco dell’ozono è il più piccolo degli ultimi decenni
Quest’anno il buco dell’ozono sull’Antartide potrebbe essere uno dei più piccoli degli ultimi tre decenni e, secondo le previsioni, dovrebbe crescere poco nei prossimi mesi. A dirlo è il servizio europeo di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus (CAMS). Attualmente, sostengono gli scienziati, la sua area è almeno la metà di quella degli ultimi anni: solo 5 milioni di km quadrati. Lo scorso anno era di oltre 20 milioni, mentre nel 2017 era sui 10 milioni. Il buco, inoltre, è decentrato e lontano dal polo. «La riduzione della concentrazione di ozono nell’atmosfera e la formazione del buco ogni anno è causata da complessi processi metereologici e chimici», si legge sul sito web dell’agenzia europea, che spiega come il fenomeno si ripeta annualmente durante la stagione estiva, raggiungendo il suo picco ad ottobre. Mentre a dicembre la situazione si normalizza.
Il protocollo di Montreal del 1987 ha vietato l’uso delle sostanze chimiche più pericolose. E questo potrebbe aver influito sulla riduzione del fenomeno, ipotizza l’agenzia: «Da quando gli idrocarburi alogenati sono stati vietati, lo strato di ozono si sta lentamente ricostruendo; i dati mostrano chiaramente un trend di diminuzione del buco». L’efficacia del trattato internazionale, però, non è così facilmente dimostrabile, chiarisce Richard Engelen, alla guida del CAMS, alla Bbc: «Non c’è un reale legame con il Protocollo di Montreal, con il quale abbiamo cercato di ridurre il cloro e il bromo nell’atmosfera. Perché queste sostanze sono ancora lì – spiega lo studioso – È più che altro legato a eventi dinamici». Il motivo scatenante dell’eccezionale riduzione del buco dell’ozono, quindi, non è ancora chiarissimo: «Al momento, penso che questa sia un’interessante anomalia. Abbiamo bisogno di capire di più sulle cause che l’hanno provocata», conclude Engelen.

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