In un circolo operaio a Londra.
Quarant’anni fa usciva “Blue Monday” dei New Order

Ha trasformato la carriera dei New Order, catapultandoli nella Top 10 e portandoli a Top of the Pops per la prima volta. “Blue Monday” è stata per 38 settimane nella Top 75, è diventato il 12 inch single (il singolo in formato 33 o 45 giri) più venduto di tutti i tempi e la sua leggendaria e costosissima copertina sagomata, ideata dal grafico Peter Saville, che riproduceva la forma di un floppy disc 5¼, senza nome del gruppo né titolo della canzone, è entrata nella storia. Anche la struttura della canzone era inconsueta: il pezzo era privo di ritornello e il titolo non compariva mai nel testo (caratteristica comune a diversi brani dei New Order). Tutto ruotava attorno a un “beat” creato con la drum machine Oberheim DMX e alla linea di basso sintetizzato, suonata con un Moog Source e sovrapposta al basso elettrico di Peter Hook. “Blue Monday” è il brano che ha rivoluzionato la carriera dei New Order: prima The Band That Used to Be Joy Division, poi un gruppo adorato dal grande pubblico, ovvero persone che non avevano mai sentito parlare di Ian Curtis ma erano entusiasti di ascoltare la musica creata da Bernard Sumner, Peter Hook, Stephen Morris e la tastierista Gillian Gilbert.
Originariamente il brano da 7 minuti e mezzo era nato come un “pattern ritmico” da utilizzare al termine delle loro esibizioni live: visto che alla band non piaceva concedere bis, avevano pensato a una base pre-registrata che consentisse loro di salire sul palco per salutare il pubblico in chiusura dello show. “Blue Monday” ha anticipato la fusione di alt-rock e dance che sarebbe avvenuta più tardi negli anni ’80, influenzando la musica da club post-disco che l’aveva ispirata all’inizio, diventando un modello per i produttori di techno ed esercitando un presa duratura sull’immaginario pop.
Sul Guardian Alexis Petridis ha riunito, commentandole una ad una, le canzoni che hanno ispirato il brano e quelle che non sarebbero esistite senza di esso. Si parte da “Per un pugno di dollari” di Ennio Morricone (1965), si procede con “Uranium” dei Kraftwerk, contenuto nell’album Radio-Aktivität, del 1975 (il cui sample viene usato per il coro), si continua con la linea di basso di “You Make Me Feel” (Mighty Real)” di Sylvester, 1978, il ritmo di “I feel Love” di Donna Summer e Giorgio Moroder, 1979, e l’arrangiamento di “Dirty Talk” pubblicata nel 1982 dagli italiani Klein + M.B.O. E poi la lista delle canzoni nate dopo: con due chicche come il mash-up con la hit di Kylie Minogue “Can’t Get You Out of My Head”, “Can’t Get Blue Monday Out of My Head” (2002) e la bellissima “Shut Up and Drive” (2007) di Rihanna.

Nonostante la polizia avesse intimato alla folla di disperdersi, tutti sono rimasti lì ad aspettarla finché non è arrivata e ha cantato "What Was That", la sua nuova canzone.