Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Su Youtube c’è una versione polacca di Black Mirror e bisogna guardarla
Non ci siamo ancora stancati di Black Mirror: a capodanno è uscita la quarta stagione, mentre Netflix ne ha annunciato recentemente una quinta. In Polonia, la serie si chiama Czarne Lustro. Ad affiancarla c’è un progetto simile lanciato dalla divisione polacca di Netflix, che ha coinvolto alcuni youtuber locali per crearne una copia amatoriale. Si chiama, con poca fantasia, Little Black Mirror (Czarne Lusterko), e conta 4 cortometraggi che ricalcano le stesse tematiche distopiche. Gli episodi variano dagli 8 ai 21 minuti e sono disponibili, oltre che su Netflix Polska, su Youtube con i sottotitoli in inglese.

Si tratta di esercizi cinematografici ambientati nello stesso futuro di Black Mirror: “The Breakup” parla di vloggers che manipolano le emozioni, “The Sum of Happiness” è una critica alle app sulla cura del corpo, “69.90” indaga il lato dark dei video-games e “1%” affronta il tema della bioetica. La differenza, secondo i-D, sta nella leggerezza degli episodi, più brevi e vari. Come la serie madre, Czarne Lusterko si diverte a inventare scenari sociali più o meno alienanti. «Quello che stanno facendo Jake e Logan Paul su Youtube è molto più distopico di qualsiasi cosa ci possiamo inventare», ha detto Krzysztof Gonciarz, protagonista di “The Breakup”. Per recitare la sua parte, il lifestyle vlogger ha preso spunto guardando video online. Marek Hucz, produttore dell’episodio “1%”, crede che l’attuale deificazione delle tecnologie può solo portare l’umanità a una fine tragica. «Probabilmente non è più solo teoria, o solo una visione del futuro, ma piuttosto un immagine del presente», ha detto.
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.