Assieme ad altre aziende dell'intrattenimento giapponese, lo Studio ha inviato una lettera a OpenAI in cui accusa quest'ultima di violare il diritto d'autore.
Nel computer di Bin Laden c’erano video di gattini
Ieri la Cia ha divulgato 470 mila file ritrovati nel covo di Osama Bin Laden, ad Abbottabad, in Pakistan, quando i Navy Seals hanno fatto irruzione uccidendo il leader di al-Qaeda, nel maggio del 2011. Tra il materiale che ha ottenuto maggiore attenzione sulla stampa, c’è il diario personale del terrorista, dove si scopre tra le altre cose che ha visitato il Regno Unito da ragazzo (fatto, questo, su cui circolavano già voci), che visitò la casa di Shakespeare ma non gli piacque molto e che trovò l’Inghilterra «decadente». Un altro aspetto interessante della collezione di file, però, è che contiene moltissimo materiale … normalissimo. Per esempio, cartoni animati: vari episodi di Tom e Jerry, Cars e L’era glaciale. Poi, stando a quanto riporta Wired, sono stati rinvenuti anche «un po’ di video divertenti coi gatti», un download del video virale “Charlie bit my finger” (per chi non se lo ricordasse, era un filmato di due bambini piccoli caricato su YouTube dieci anni fa).
Today we released nearly 470,000 files recovered in 2011 raid on Usama Bin Ladin’s compound in Abbottabad, Pakistan.https://t.co/QZcoAu3uEw pic.twitter.com/Dn8awV9ndn
— CIA (@CIA) November 1, 2017
Nel suo comunicato stampa, la Cia non specifica quanti siano i device da quali provengono i 470 mila file. Ovviamente, non tutti erano fruiti direttamente da Bin Laden: «Magari gli piaceva Tom e Jerry, piace pure a me», ha detto un rappresentante dell’agenzia a Wired, però è molto probabile che i cartoni fossero dedicati ai bambini. In compenso, sono stati ritrovati anche numerosi video di Jackie Chan e di Mister Bean. Bin Laden, o qualcuno a lui vicino, aveva scaricato anche diversi documentari che parlavano, beh, di Bin Laden. Infine è stato ritrovato anche qualche tutorial per i lavori all’uncinetto.
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.