L’ultima sfilata Couture di Balenciaga segna – questa volta in maniera definitiva – la fine dell’era Demna. Dieci anni in cui il Direttore creativo georgiano ha scritto la sua parte di storia della moda.
Intervista con i fondatori del brand che ha scelto di saltare l’ultimo giro delle sfilate maschili e realizzare un video (e una collezione) che parla di rapporto con il corpo e del potere terapeutico dell’allenamento. Una scelta che ha che fare con l’essere indipendenti e, seppur con molte difficoltà, liberi.
Dopo le riuscite campagne di marketing dell’ultimo settimana, lo stilista nordirlandese ha fatto il suo debutto da Direttore creativo con una collezione che setta l’inizio del nuovo corso alla sua maniera.
Il weekend lungo dedicato alle collezioni maschili, sempre più ristretto e sempre meno affollato, racconta bene la bizzarra situazione della moda oggi, che sembra non voler più lanciare grandi messaggi ma nascondersi nei vestiti che produce. Segno di tempi complicati o irrilevanza?
I Guest Designer di questa edizione – Homme Plissé Issey Miyake, Niccolò Pasqualetti e Post Archive Faction – sono tre diversi esempi di come oggi i marchi, sia quelli con un heritage alle spalle che quelli di nuova generazione, provano a raccontarsi in un panorama sempre più difficile.
Un libro ripercorre la storia e le tante traiettorie di una figura chiave della cultura contemporanea italiana, dai graffiti di Dumbo all’arte, dall’antagonismo alla moda, sempre con la stessa, ineluttabile, capacità di arrivare prima degli altri.
La grande mostra al Met di New York, Superfine: Tailoring Black Style, era dedicata allo stile dei dandy afroamericani e agli abiti come affermazione di sé. Un tema che sembra il punto più alto di tante discussioni avviate negli anni scorsi, ma che oggi è solo l’ennesimo scroll.
Dopo i dazi di Trump, si sono moltiplicati sulla piattaforma i video di commercianti cinesi che invitano gli americani a scoprire cosa e come si produce in Cina. Un fenomeno interessante, che ha anche a che fare con il made in Italy.
Intervista con Phoebe Lovatt, giornalista e conduttrice di Deep Read, il podcast culturale che dedica due speciali episodi al Miu Miu Literary Club.
Che i prodotti di make-up e skincare siano i nuovi oggetti del desiderio lo sappiamo benissimo: ma siamo sicuri che questa sia una cosa positiva?
In occasione dell’edizione 2025 di ITS Contest a Trieste, abbiamo intervistato la fondatrice Barbara Franchin, con quale abbiamo discusso su cosa significa diventare designer oggi e di cosa si sia rotto nell’industria della moda.
La nomina di Demna a Direttore artistico di Gucci chiude mesi di pettegolezzi, mesi in cui a dominare il dibattito sono state le congetture, nuova deriva della macchina dell’hype.
Reggiseni esposti, stole di pelliccia, cotonature sfatte e un cast che unisce personalità le quali, ognuna in maniera diversa, raccontano una storia sul presente: nell’idea di donna di Miuccia Prada ci sono tante cose, anche gli uomini.
Valentino, Duran Lantink e Balenciaga offrono qualche spunto di riflessione su alcuni dei temi fondamentali che oggi sembrano mancare dalla riflessione sulla moda.
Le collezioni della settimana della moda appena conclusa ci restituiscono una visione piuttosto conservatrice della femminilità, con qualche eccezione.
Il film diretto da Halina Reijn si pone tante domande serie su sesso, potere, desiderio femminile, ma non si preoccupa di dare delle risposte.