Esistono i giovani bravi. Ad alcuni di loro è dedicata la storia di copertina del nuovo numero di Studio in edicola.
Cose belle da leggere con calma: spot tv sovietici, persone che non amano i cani, una riflessione sul significato di "videogioco". Buona lettura.
Un racconto che parla di liceo e fidanzate e Luca Carboni, tratto dal canzoniere del gruppo romano Marcello e il Mio Amico Tommaso.
Storia di Zhang Yue, l'uomo che sta costruendo con architettura modulare un grattacielo di quasi un chilometro in 90 giorni.
Un racconto: una giornata di pioggia a Parigi, gli appunti di Clerici, le gonne plissettate sulla terra bagnata, i rituali dei raccattapalle. E le partite, naturalmente.
Il libro di Luigi Bisignani (P4, do you remember?) non svela intrighi machiavellici ma l'importanza delle mamme nei giochi di potere italiani.
La fine del mouse, superato dal touch e i comandi vocali-gestuali. Un progetto online lo ricorda oggi, in vita (anche se è già modernariato).
Pablo Larraín e la sua trilogia cilena, conclusasi con No, il film sul referendum del 1988 per decidere il destino di Pinochet.
Ritratto con intervista al direttore della Biennale di Venezia, che inizia sabato. Dai primi passi da critico d'arte fino a New York, e il ritorno in Italia.
Prima puntata di un diario dal Roland Garros - L'arrivo a Parigi, i campi austeri, e poi: cosa vuol dire terra rossa? Vuol dire battaglia.