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17:55 sabato 20 dicembre 2025
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I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
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I dipendenti Apple hanno lanciato una petizione per non tornare in ufficio

22 Agosto 2022

Durante la scorsa settimana, i dipendenti Apple hanno ricevuto una comunicazione firmata dal Ceo Tim Cook: buone vacanze, godetevi ferragosto e preparatevi perché a settembre si torna in ufficio almeno per tre giorni alla settimana (il martedì, il giovedì e un giorno a scelta, nelle intenzioni dell’amministratore delegato). I lavoratori si sono presi una settimana per pensarci e poi hanno deciso che loro di ritornare in ufficio non hanno proprio nessuna voglia né intenzione. Come riporta il Guardian, in risposta alla comunicazione di Cook i dipendenti – in particolare un misterioso gruppo per ora noto solo con il nome collettivo di Apple Together – è stata lanciata una raccolta firme per rifiutare questo piano di parziale “ritorno alla normalità” proposto dall’azienda. «Sei un dipendente Apple office-based? Sei tutt’altro che entusiasta dell’obbligo di tornare in ufficio? Firma questa petizione, unisciti alla protesta», si legge in un tweet pubblicato oggi da Apple Together.

E dire che Cook era convinto di aver raggiunto, con la sua ultima proposta, un compromesso soddisfacente per tutte le parti. L’iniziale Rto (return to office) plan dell’azienda era più rigido e prevedeva un obbligo di lavoro in presenza per tre giorni alla settimana – lunedì, martedì e giovedì – una decisione che il Ceo aveva definito necessaria al fine di mettere assieme il nuovo bisogno di flessibilità manifestato dai dipendenti e «il dovere di preservare la collaborazione in presenza che è così fondamentale per la nostra cultura lavorativa». Per tutta risposta, i lavoratori gli hanno detto che il ritorno in ufficio renderebbe più difficile l’inserimento e l’integrazione dei lavoratori e costituirebbe un problema per il benessere di molti di loro. «Siamo convinti che Apple dovrebbe incoraggiare e non ostacolare il lavoro da casa, in modo da costruire un’azienda più flessibile dove tutti possano sentirsi a loro agio», si legge nella petizione. Costringendo al ritorno in ufficio, Apple rifiuterebbe di riconoscere che il lavoro da casa ha reso molti lavoratori «più felici e produttivi», secondo i firmatari.

Dal canto suo, però, l’azienda pare convintissima della necessità di tornare ad avere gli uffici pieni almeno per tre giorni alla settimana. Al contrario di Twitter e Facebook, per esempio – tech companies che hanno concesso ai loro dipendenti la possibilità di scegliere di lavorare permanentemente da casa – Apple su questo punto non ha intenzione di cedere. E, stando a quanto successo negli scorsi mesi, pur di vedere i dipendenti tornare alle scrivanie è disposta anche a perderne alcuni a favore della concorrenza. A maggio Ian Goodfellow, direttore della divisione aziendale dedicata al machine learning, ha annunciato che avrebbe lasciato Apple e si sarebbe trasferito da Google anche e soprattutto per la possibilità di continuare con il remote working: «Sono sicurissimo del fatto che una maggiore flessibilità sarebbe stata la cosa migliore per il mio team», ha dichiarato nel suo ultimo giorno di lavoro a Cupertino.

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