L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza
E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.

Dal 2017 in Francia è attivo Pause: si tratta di un progetto governativo sostenuto dal Collège de France che aiuta artisti, intellettuali, ricercatori e scienziati che si trovano ad affrontare situazioni emergenziali, fornendo aiuto logistico per lasciare i Paesi in cui si trovano in oggettive situazioni di pericolo. Il Pause facilito l’ottenimento di visti in situazioni di pericolo come guerre e persecuzioni, per studenti e intellettuali costretti a lasciare in fretta il proprio Paese d’origine. È stato utilizzato in più scenari di guerra per salvare personalità del mondo culturale o scientifico provenienti da Ucraina, Siria, Afghanistan, che hanno poi trovato rifugio in Francia.
Al momento però il Pause non è attivo per quanti sono intrappolati a Gaza. Il programma infatti è stato interrotto lo scorso agosto, mentre era in corso l’organizzazione di un’evacuazione d’emergenza di un gruppo di studenti. La decisione di escludere la Palestina dalle nazioni in cui è attivo il Pause è arrivata dopo che uno studente del programma ha condiviso su suoi social messaggi ritenuti antisemiti dal governo francese. La decisione di fermare tutto a fronte di queste esternazioni è stata definita da un gruppo di autori e intellettuali come una punizione immeritata.
Tra le personalità che hanno lanciato un appello al Presidente francese Macron affinché il programma riparta e porti in salvo artisti e scienziati della Palestina ci sono anche la scrittrice premio Nobel Annie Ernaux e Sally Rooney. Prima di essere interrotto, Pause aveva già messo in salvo 31 artisti palestinesi, organizzando il loro trasferimento in Francia. Impedire ad altri di lasciare il Paese per le colpe di una singola persona «è una forma di punizione collettiva in un momento in cui tutti i firmatari delle Convenzioni sul Genocidio dovrebbero fare il possibile per salvare i palestinesi dall’annientamento e dovrebbero rifiutarsi di essere complici di crimini contro l’umanità» si legge nell’appello a cui hanno aderito anche Abdulrazak Gurnah, JMG Le Clézio, Anne Enright, Leïla Slimani, Madeleine Thien, Édouard Louis, Isabella Hammad, Didier Eribon, Naomi Klein, Max Porter, Alain Damasio, Mathias Énard, Kapka Kassabova, Karim Kattan, Rashid Khalidi, Deborah Levy e Viet Thanh Nguyen, come riportato dal Guardian.

Dalla vita ha avuto tutto: fama, bellezza, successo, ricchezza, riconoscimento. Ma erano altre le cose che gli importavano: la democrazia, il cinema indipendente, le montagne dello Utah, e opporsi a un'industria che ormai disprezzava.