Storia del re della televisione americana, l'autore più potente, prolifico e ricco dell'era dello streaming.
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica
All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.
In legalese è quella che si definisce una sentenza senza appello: le recensioni della critica per All’s Fair, la nuova serie di Ryan Murphy, è stato davvero brutale. Appena uscito su Disney+, anche in Italia, il legal drama (che segna anche la prima volta di Kim Kardashian da attrice protagonista) non ha ricevuto nemmeno una recensione positiva, centrando così lo zero per cento su Rotten Tomatoes. Il Guardian si è spinto addirittura oltre, decidendo di assegnare alla serie il rarissimo e desolante punteggio di zero stelle. La serie, nelle intenzioni di Murphy, avrebbe dovuto essere un legal drama patinato, un prodotto simile a successi come Suits e The Good Wife. All’s Fair infatti è incentrato su un team di avvocate di successo, eleganti e feroci, che fondano il proprio studio per sfidare un ambiente dominato dagli uomini. Lo studio si occupa di difendere solo imputate, per lo più in cause di divorzio, spillando ai loro ricchi e manipolatori mariti quanti più soldi è possibile. Sulla carta, una serie tra glam e camp, ovvero perfetta materia per Ryan Murphy.
Convinced this show was created for the reaction memes #AllsFair pic.twitter.com/6P0BqM0dYw
— ღ (@idyllicsooya) November 4, 2025
Le cose però non sono andate come previsto, con le recensioni tenute fino all’esordio su piattaforma sotto embargo per ritardare il più possibile la sequela di stroncature. Il risultato dell’operazione, secondo il Guardian, è «terribile. Terribile in un modo affascinante, incomprensibile, esistenziale». Dello stesso tono la recensione dell’Independent, che parla di «una catastrofe così totale da sfidare la logica della televisione contemporanea». Nessuno pare salvarsi, nemmeno nel cast: bocciate le interpretazioni delle avvocate protagoniste interpretare da Naomi Watts, Sarah Paulson e Glenn Close. Critiche che però impallidiscono a confronto dei giudizi riservati a Kim Kardashian, di cui viene continuamente sottolineata la completa mancanza di espressioni facciali: «A Kardashian non viene richiesto di trasmettere profondità emotiva; le viene chiesto di sembrare una badass in alta definizione e in slow motion, come potrebbe fare dormendo su Instagram» sentenzia impietoso Variety.
Le stroncature unanimi hanno subito scatenato i social, con utenti che hanno condiviso gli spezzoni più imbarazzanti della serie, ovviamente trasformandoli in meme. Alcuni spettatori hanno persino suggerito di approfittare dell’occasione fornita da All’s Fair, creare una nuova categoria di valutazione per film e serie, con punteggi sotto lo zero.